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18 Giugno 2021 / Editoriale

Il problema sta anche nel nome: il caso del Pd

Il Pd non spicca il volo. Come mai?

Il partito erede del PCI e PSI, che dovrebbe rappresentare l’area di centrosinistra, in Italia non trova più la sua strada e di conseguenza i voti. I sondaggi lo attestano ormai da qualche anno tra il 18 e il 21%, percentuale confermata sia dalle elezioni politiche del 2018 sia dalle europee del 2019. Ma perché il Pd non sfonda, diversamente dai democratici americani o dai verdi tedeschi?

Analisi di un nome

Partendo dal nome, Partito Democratico è senza dubbi un contenitore vuoto. Vuole tendere verso quel Democratic Party d’Oltreoceano che da sempre ha, però, la sua ragion d’essere nel dualismo partitico. Quale partito in Italia non è democratico al giorno d’oggi? La Costituzione parla chiaro. L’etichetta, dunque, è fuorviante e limitante, non rende ragione di quelli che dovrebbero essere i contenuti, o meglio è sintomatica della mancanza di una visione coerente con gli obiettivi del centrosinistra.

L’aggettivo democratico non rimanda alle tematiche care alla sinistra, quali lavoro, ambiente, diritti dei lavoratori, eguaglianza sostanziale, ridistribuzione della ricchezza, immigrazione. È vero, le etichette non fanno i programmi. Eppure, al di là della timida e giusta proposta di una dote ai 18enni finanziata dall’1% più ricco della popolazione avanzata dal segretario Enrico Letta, da un po’ non si sente parlare di qualcosa di concretamente di sinistra. E invece proprio adesso ce ne sarebbe bisogno: il grido dei Fridays for Future, dei giovani e meno giovani inoccupati, di chi viene in Italia sperando in futuro migliore, è da lungo tempo inascoltato.

La svolta americana impressa dai padri fondatori del Pd non è più attuale. L’idea di mettere insieme diverse correnti, tutt’oggi esistenti, e cioè gli eredi della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista e del Partito Comunista, dei LiberalDemocratici vicini alle idee dell’ex premier britannico Tony Blair era rivoluzionaria nel 2007. Oggi il mondo è cambiato e le disuguaglianze sono letteralmente esplose.

Articolo di Camilla Zucchi

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