Ogni anno le agenzie delle Nazioni Unite istituiscono giornate, settimane e anni internazionali per celebrare ricorrenze e promuovere gli obiettivi dell’organizzazione.
La Giornata internazionale del libro e del diritto d’autore si celebra il 23 aprile. È stata istituita dall’UNESCO nel 1995 durante la ventottesima sessione della Conferenza Generale. La risoluzione 3.8 decreta:
storicamente i libri sono stati il mezzo più potente per la diffusione della conoscenza e il più efficace per preservarla. Di conseguenza, promuovere la divulgazione è necessario non solo per informare chi vi ha accesso, ma anche per aumentare la consapevolezza in merito a tradizioni culturali e per incoraggiare comportamenti basati sulla comprensione, la tolleranza e il dialogo.
23 aprile: Shakespeare e Cervantes
Il 23 aprile 1616 morivano William Shakespeare e Miguel de Cervantes. La coincidenza sembra un chiaro invito a scegliere il 23 aprile come Giornata internazionale del libro e del diritto d’autore, ma in realtà i due autori non sono morti lo stesso giorno. Dato che all’epoca in Spagna era in vigore il calendario gregoriano e in Inghilterra quello giuliano, le date non corrispondono. Secondo il calendario giuliano, Shakespeare morì il 3 maggio 1616. Inoltre, non è corretto indicare il 23 aprile come data della morte dell’autore del Don Chisciotte, poiché Cervantes morì il 22 aprile e fu sepolto il giorno successivo. Tuttavia, nonostante la mancata corrispondenza, è universalmente noto che Shakespeare e Cervantes siano morti il 23 aprile 1616.
La leggenda di San Giorgio
Il 23 aprile è, secondo la tradizione, anche il giorno della morte di San Giorgio, avvenuta nel 303 d.C. Le leggende hanno come base comune il racconto contenuto nella Legenda Aurea, una raccolta di storie sulle vite dei Santi – le agiografie – risalente al Medioevo. San Giorgio, giovane cavaliere, salvò gli abitanti della città di Silena, in Libia, da un temibile drago che pretendeva sacrifici umani. Arrivato in città nel momento in cui la sorte aveva scelto come vittima sacrificale la figlia del re, San Giorgio affrontò e uccise il drago.
Nel corso dei secoli il culto di San Giorgio crebbe a tal punto che ad oggi è il protettore di molte professioni e di Stati, città e comuni, sia in Italia che all’estero. Una tradizione interessante è quella che lega San Giorgio alla Catalogna e alla Giornata internazionale del libro e del diritto d’autore.
Libri e rose nella tradizione catalana
«Allora quasi quasi è meglio non mettere le bancarelle in strada.» «Nemmeno a parlarne. Don Miguel de Cervantes e il suo collega don William Shakespeare non sono morti tecnicamente lo stesso giorno, il 23 aprile, invano. Se sono schiattati entrambi con una tale precisione nella stessa giornata, noi librai non saremo da meno e non ci lasceremo intimorire. Oggi usciamo a unire libri e lettori anche se il generale Espartero ci bombarda dal castello di Montjuic.
Ne Il labirinto degli spiriti, il 23 aprile 1960 a Barcellona si preannuncia «un giorno da cani». Tuttavia, secondo Fermín Romero De Torres – uno dei personaggi principali del mondo creato da Carlos Ruiz Zafón – le condizioni metereologiche avverse non devono fermare le celebrazioni in onore di Sant Jordi.
La festa – Diada de Sant Jordi – nasce dall’insieme di tradizioni che hanno in comune leggende, rose e libri. Secondo una versione popolare della leggenda, San Giorgio uccise il drago che terrorizzava la città catalana di Tarragona e dal sangue della bestia nacque un rosaio da cui ad aprile fioriscono rose rosse. Inoltre, il 23 aprile i barcellonesi erano soliti recarsi alla cappella di Sant Jordi, dove veniva organizzata una fiera delle rose. Da qui ha origine il tradizionale scambio: gli uomini regalavano rose e le donne regalavano libri, anche se oramai è consuetudine regalare e ricevere sia libri che rose.
La tutela della proprietà intellettuale
La Giornata istituita dall’UNESCO non celebra solo i libri, ma anche la tutela delle opere dell’ingegno. Il diritto che l’autore ha sulla sua opera nasce nel momento in cui l’opera si crea. Si distingue in diritti morali e diritti di utilizzazione economica. I primi non si estinguono mai e non sono cedibili: l’autore detiene la proprietà intellettuale sulla sua opera. I secondi sono invece cedibili previo consenso ed eventuale compenso e si estinguono dopo il periodo di tempo previsto dalla legge.
È importante sottolineare come la tutela delle opere dell’ingegno secondo la legge sul diritto d’autore non impedisca la circolazione delle idee poiché ciò che è tutelato è la singola espressione. Le idee si devono propagare nell’ottica di quando stabilito dall’UNESCO: la diffusione attraverso i libri è la migliore forma di conoscenza e conservazione del patrimonio che rappresentano.
Articolo di Alice Faravelli