La NASA si appresta a lanciare la prossima missione spaziale che ha per destinazione la Luna. Prenderà il nome di Artemis, che in italiano indica la dea greca della caccia Artemide. Il nome è stato scelto perché nella mitologia ellenica questa divinità è la sorella gemella di Apollo, nome che alla NASA era già stato utilizzato per le precedenti missioni con umani sulla Luna, che culminarono il 14 luglio 1969 con il primo allunaggio.

Le origini
La missione Artemis nasce dalle ceneri di precedenti missioni cancellate; già a partire dal 2009, infatti, la presidenza Obama rilancia il progetto di allunaggio nel polo sud lunare. Negli anni successivi, vengono realizzati diversi studi di fattibilità e, sotto la presidenza Trump, nel giugno del 2017 viene ricostituito il National Space Council. L’obiettivo dichiarato di questo nuovo programma è quello di portare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna. Tuttavia, per raggiungere un così ambizioso obiettivo, è necessaria una lunga preparazione. I “piccoli” passi che saranno necessari sono diversi. Infatti, la NASA ha già avviato da diverso tempo i progetti necessari al compiersi di quella che è una vera e propria impresa.
Dalla Terra alla Luna
Ma cosa si sta facendo per arrivare al prossimo “grande balzo” per l’umanità? In primis, un aspetto necessario è quello del rinnovamento delle strutture sulla Terra al Kennedy Space Center, in Florida. Infatti, l’obiettivo è quello di trasformarlo in uno spazioporto commerciale, utilizzabile sia dal pubblico che dai privati, come SpaceX o Virgin, che hanno sviluppato dei lanciatori messi poi a disposizione della NASA.
In seguito si è reso necessario lo sviluppo di un sistema propulsivo adatto a far allontanare le capsule dall’atmosfera terrestre e a far loro percorrere una grande distanza. Questo obiettivo è stato raggiunto dalla NASA tramite la progettazione e lo sviluppo dell’SLS, lo “Space Launch System”. Questo vettore sarà in grado di mandare sia persone che materiali verso la Luna e oltre. Questo traguardo è particolarmente importante perché è il primo lanciatore in grado di raggiungere lo spazio profondo sin dal famoso Saturn V.
Il passo successivo è creare una navicella in grado di trasportare esseri umani fino all’orbita lunare. La capsula in questione prende il nome di Orion e sarà sviluppata dall’ESA. Essa, però, necessita di un mezzo per farla ripartire dal suolo lunare. La NASA ha quindi escogitato un metodo molto interessante e che sarà un enorme passo avanti nell’esplorazione spaziale.

Attorno alla Luna
L’idea avuta alla NASA consiste nella messa in orbita lunare di una stazione spaziale, che prenderà il nome di Gateway. Essa fornirà un punto di appoggio per le prossime esplorazioni lunari, permettendo di scendere sulla superficie molto più frequentemente e con più facilità. Il ruolo di Gateway sarà fondamentale per studiarne il possibile utilizzo in future missioni umane verso Marte, dove un mezzo simile potrebbe essere utilizzato.
Si renderanno poi necessari dei lander, ovvero mezzi adatti all’allunaggio e che porteranno le donne e gli uomini sulla superficie. Questi lander dovranno essere in grado di agganciarsi sia alla capsula Orion che alla stazione Gateway.
Infine, l’ultimo aspetto da considerare sono le tute spaziali. Nell’ambiente lunare sono necessarie tute più comode e più versatili di quelle che sono a disposizione in questo momento, che sono pensate per le EVA (Extra Vehicular Activity), anche conosciute come “camminate” spaziali, che si svolgono in condizioni di quasi assoluta assenza di gravità. Al contrario, sulla Luna è presente una gravità che, seppur sia solo un sesto di quella terrestre, rende comunque gli spostamenti e le azioni degli astronauti piuttosto difficoltose.
La presenza di una superficie solida comporta diversi rischi per gli esseri umani che esploreranno il nostro satellite. Il pericolo principale è cadere sulla superficie, mettendo a rischio le visiere delle tute spaziali. Infatti, qualora si dovesse creare una rottura di questo elemento, la vita dell’astronauta sarebbe in serio pericolo. Per questo motivo, le nuove tute dovranno favorire l’esplorazione della superficie della Luna nonché, in un futuro, quella di altri corpi celesti, garantendo la sicurezza delle donne e degli uomini che li esploreranno.

Perché è così importante?
Gli esseri umani sono sempre stati esploratori e sin dall’alba dei tempi si sono spinti verso nuovi limiti, guidati dalla curiosità e dalla sete di conoscenza. Per questo motivo l’esplorazione spaziale è così importante: è ciò per cui siamo nati, l’esplorazione è nel nostro DNA. Gli aspetti scientifici hanno sicuramente una grande importanza, permettendo di sviluppare nuova tecnologia che poi troverà applicazione anche sulla Terra. Ma l’esplorazione spinta dalla pura e semplice curiosità dovrebbe essere un motivo più che sufficiente per spingerci, tutti noi esseri umani, a voler scoprire e conoscere cosa c’è oltre i limiti del nostro pianeta.
Articolo di Francesco Baroni