The Undoing – Le verità non dette
Prendete Hugh Grant. Esatto, il libraio tanto affascinante quanto impacciato di Notting Hill. Sì, sempre lui, il neo-eletto Primo Ministro britannico, più simpatico che politicamente credibile, di Love Actually. Ne avrei ancora, ma penso abbiate capito di chi sto parlando. Ok, prendetelo e dimenticatelo. Infilategli una bella divisa da carcerato e inserite sulla sua fedina penale un’accusa di omicidio. Fatto? Perfetto, ora avete le basi giuste per entrare nel mondo della serie di cui si parla in questa Recensione seria.
Un cast coi fiocchi
The Undoing – Le verità non dette è una miniserie statunitense trasmessa da HBO negli USA a ottobre 2020, ma arrivata qui in Italia su Sky a gennaio 2021. Al centro delle sei puntate c’è il rapporto fra Hugh Grant (se non si fosse ancora capito), alias Jonathan Fraser, e sua moglie Grace, meglio conosciuta nel mondo reale come Nicole Kidman. Insomma, due protagonisti del cinema anni Novanta/Duemila in vesti diverse, più mature e a tratti inquietanti, ennesima prova di quanto la serialità stia prendendo sempre più piede nelle carriere di attori prima consacrati al cinema.

Ma a prescindere dai protagonisti, la serie vanta un cast di primo livello. Donald Sutherland, per intenderci il Presidente di Panem in Hunger Games, è Franklin, il padre di Grace; Lily Rabe, veterana di American Horror Story, è Sylvia, un’amica di famiglia. E come tocco di orgoglio nazionale abbiamo Matilda De Angelis, attrice bolognese che sta conquistando cinema e TV non solo in Italia. Ammetto di guardarla con una certa invidia e che, in quanto mia coetanea, mi fa un po’ ripensare alla mia posizione nel mondo, ma interpreta magistralmente il ruolo di Elena, fra i personaggi più complessi della serie.
Colpevole o innocente?
Devo fare un mea culpa, questa Recensione è partita con un piccolo spoiler anche se la rubrica si ripropone di essere spoiler free. A mia discolpa, posso solo dire che era necessario per entrare bene nella trama, che non capiterà più e che era davvero innocuo. Giuro che il finale della serie è e sarà sempre tutelato dalla sottoscritta. Ma torniamo a noi. Ogni prodotto giallo che si rispetti ha bisogno di alcuni elementi base: un omicidio, un’indagine, un presunto colpevole, rapporti che sembrano trasparenti ma non sempre lo sono. The Undoing non è da meno.
Grace e Jonathan Fraser sono una coppia dell’alta borghesia newyorkese. Psicoterapeuta lei, oncologo pediatrico lui, hanno un figlio dodicenne iscritto in una scuola privata d’eccellenza, soldi a palate e un rapporto matrimoniale basato su complicità e fiducia. Tutto sembra meraviglioso finché un brutale omicidio sconvolge la comunità e, riecco lo spoiler, Jonathan ne viene accusato. Comincia dunque il dubbio amletico: colpevole o innocente?
I dubbi umani di Grace
C’è chi lo assolverebbe subito, chi non crede a una sola parola di quello che dice, chi prova a fidarsi con qualche riserva. Ma è certamente Grace quella che più di tutti si trova a dover scegliere fra accettare possibili verità non dette o continuare a credere alla sincerità del suo matrimonio. Personalmente non accetterei di buon grado l’idea che il mio compagno di vita possa essere un brutale omicida, e credo che una buona percentuale della popolazione globale sia dello stesso avviso.

Il punto di forza della serie secondo me è proprio questo: reagire come Grace significa reagire in modo umano. Ha difficoltà a rendersi conto di ciò che le succede attorno, ha paura che il suo mondo possa essere basato su una gigantesca bugia e si aggrappa a ciò che può smentire le verità di cui sta venendo a conoscenza. E mentre stiamo belli comodi sul divano a guardare il modo in cui reagisce, ben felici del fatto di non trovarci nella sua posizione, una piccola parte di noi si chiede cosa faremmo al suo posto. Risposta: meglio non saperlo mai con certezza, ma probabilmente le stesse cose con meno possibilità economiche.
Un giallo ben riuscito
Per il resto, come ho già accennato, gli elementi di un giallo ci sono tutti, compreso un detective che effettivamente non è proprio da buttar via. Ma la differenze fra un giallo e un buon giallo è sostanziale, e credo si possa esemplificare in un’unica domanda: quanto è banale? Su una scala che va da “l’ha uccisa il maggiordomo” a “è stato l’ultimo personaggio a cui avrei mai pensato”, The Undoing si trova in una buona posizione, tendente verso il secondo polo.
La mia esperienza è stata più o meno questa: ho identificato il mio colpevole con molta sicurezza ed ho sbagliato. Ok, non sarò Sherlock Holmes, ma avendo divorato molte serie fra gialli e procedural, non sono neanche totalmente priva di istinto. E se il finale di un giallo non è scontato dal primo minuto, allora vale la pena di dargli una possibilità.
Da guardare perché…
Come usanza delle Recensioni serie, è giusto che anche il pezzo su The Undoing si concluda con i tre motivi per guardarla. Partendo dal presupposto che sei puntate da meno di un’ora ciascuna si possono guardare tranquillamente in un giorno, come motivo numero 1 posso dire che si tratta di un prodotto con un rapporto qualità/velocità di visione estremamente favorevole. Secondo, l’ambientazione. Abbiamo visto New York in tutte le salse nelle serie TV. È la città del cuore dei personaggi di Friends e How I met your mother, dei party esclusivi dell’elite di Manhattan in Gossip Girl, la realizzazione dei sogni per i giovani di Glee. Qui New York è spesso cupa, a volte ostile, ma non per questo ci piace meno. Motivo numero 3, ma non meno importante, Nicole Kidman che canta Dream a little dream of me nella sigla sarà musica per le vostre orecchie.
Articolo di Martina Mastellone