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2 Febbraio 2021 / Letteratura

Carta e inchiostro – Storia di un libro e di una bancarella

C’è un qualcosa di magico nel passeggiare tra le bancarelle che vendono libri di seconda mano, nell’annusarne il profumo e nello sfogliarli. A volte cadono fotografie, cartoline o biglietti dimenticati. Altre volte le pagine sono ricche di appunti, disegni o dediche scritte a mano. Nella maggior parte dei casi, questi libri sono arrivati alla bancarella nella quale sono esposti attraverso percorsi tortuosi. Non sempre si riesce a ricostruirne la storia, ma quando è possibile, il viaggio è meraviglioso. Quello che intraprendiamo oggi lega Manuel Machado, Juan Chabás e Giorgio Caproni.

Manuel Machado, poeta del ‘900

Alzi la mano chi conosce Manuel Machado. Pochi. Chi ha studiato letteratura spagnola ricorderà probabilmente il nome di Antonio Machado, ma non quello del fratello Manuel.

Manuel Machado – fonte: Real Academia de la Historia

Manuel Machado (1874-1947) è poco conosciuto sia in Spagna che in Italia poiché oscurato dall’ingombrante presenza del fratello minore. La critica ha contrapposto i due fratelli sia sul piano ideologico che letterario. Allo scoppio della Guerra Civile (1936-1939), Antonio si dichiara fedele alla Repubblica ed è costretto a lasciare la Spagna. Muore nel 1939 in Francia. Manuel, invece, non prende posizione poiché poco interessato alle questioni politiche. Inoltre, in ambito letterario viene principalmente associato al fratello dato che hanno collaborato alla stesura di testi teatrali. La sua attività come autore a sé è considerata quasi secondaria.

Manuel Machado in Italia

Le opere di Manuel Machado arrivano in Italia a partire dagli anni ’20, in un periodo in cui i filologi ispanisti non si interessano ancora ad autori spagnoli contemporanei, né alla traduzione dei loro testi. Uno dei primi fuochi di interesse si deve a Juan Chabás, poeta e scrittore spagnolo. Nel 1924 Chabás si trova a Genova, dove insegna spagnolo presso l’Università. Conosce Machado ed è un grande ammiratore delle sue opere: nel 1926 viene pubblicata una sua recensione della prima versione di Opera Omnia Lirica (1924) , a cui seguiranno altre due versioni, una pubblicata nel 1940 e l’altra nel 1943.

L’ingresso definitivo di Machado in Italia avviene a partire dagli anni ’40 grazie alle prime traduzioni, anche se ad oggi è stata tradotta solo una piccola parte del suo catalogo e non esiste una monografia della sua poesia sul mercato editoriale italiano. I grandi artefici di questa ondata di traduzioni sono: Francesco Tentori, Oreste Macrì, Vittorio Bodini – autore della traduzione del Don Chisciotte utilizzata attualmente -, Mario Gasparini, Antonio Gasparetti e Giorgio Caproni.

Il percorso del libro

Presso la Biblioteca Castilla y León di Burgos è custodita la biblioteca personale di Manuel Machado. Tra libri, documenti e ritagli di articoli di giornale relativi a critiche su opere teatrali scritte/riscritte dai fratelli Machado, sono conservate anche delle lettere.

La storia del nostro libro sulla bancarella inizia dalla corrispondenza tra Machado e Chabás. In una lettera datata 7 febbraio 1925, Chabás ringrazia Machado per avergli inviato una copia della sua Opera Omnia Lirica ma, siccome già ne possiede una, regala quella nuova ad un tal Sánchez. Trentatré anni dopo, nel 1958, Giorgio Caproni pubblica sulla rivista “La Fiera Letteraria” le Imitazioni da Manuel Machado, ovvero sei poesie del poeta spagnolo tradotte in italiano. Nell’introduzione, Caproni fa riferimento al testo originale.

Cosa lega l’Opera Omnia Lirica che possiede Chabás al testo che utilizza Caproni? Molto probabilmente si tratta della stessa opera, che Caproni racconta di aver trovato in una bancarella a Genova nel 1930:

[…] il prezioso originale dal quale avevamo tolto i nostri impavidi esercizi di traduzione con correzioni e variazioni di pugno dello stesso autore, il quale affettuosamente e sempre di proprio pugno, aveva dedicato la copia pervenuta a noi da una bancarella all’amico, y poeta, Chábas.

Il destino ha voluto che l’Opera Omnia Lirica regalata da Manuel Machado a
Chábas sia giunta nelle mani di un poeta, traduttore e critico letterario del calibro di Giorgio Caproni.

L’anima del libro

Libri – foto di Alice Faravelli

È emozionante pensare che girovagando tra le bancarelle si possano trovare opere perdute o dimenticate, ma di inestimabile valore. Può darsi che un libro di seconda mano non ci dica nulla ad un primo sguardo: è lì sulla bancarella, insieme ad altri volumi, con la copertina rovinata e le pagine ingiallite. Eppure basta aprirlo per trovare anche solo un piccolo indizio che ci racconta una delle sue tante storie. Come ha sapientemente scritto Carlos Ruiz Zafón ne L’ombra del vento:

Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.

Articolo di Alice Faravelli

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