Prima di passare ai prossimi episodi della rubrica Mondi possibili è il caso di fare una strana conoscenza nel mondo delle fanzine: ‘tina. E già che ci siamo di scriverci su un articolino un po’ pop.
Chi è ‘tina?
Non è una ragazz’ina, neppure una signora sulla cinquan’tina. Non aspettatevela in carne ed ossa: il suo nomignolo intrigante sta per rivistina. Ma non si tratta di una rivista come le altre. Lei è una fanzine di narrativa inedita, fondata negli anni novanta da Matteo B. Bianchi.

Le copertine di ‘tina sono disponibili sul sito
Tina | La rivista di Matteo B. Bianchi
Potremmo immaginarcelo, Bianchi, agli esordi, mentre fotocopia clandestinamente le prime edizioni presso l’agenzia pubblicitaria dove lavora. Ce lo racconta lo scrittore nel primo episodio di una serie podcast dedicata alla rivista, su Storielibere.fm. Si chiama “‘tina. Nuove voci della narrativa”.
La fanzine: sottoculture e carta stampata
Fanzine è un termine “macedonia” generato dall’unione delle parole inglesi fan (contrazione di fanatic) e magazine. Il vocabolo fa riferimento agli appassionati di un genere.
Produrre riviste amatoriali è una vocazione. Quasi mai fonti di profitto e stampate in un piccolo numero di copie, le fanzine vengono redatte per il piacere di condividere i propri interessi con una nicchia. Ci si trova di tutto: dai fumetti autoprodotti alla pornografia, dalla sottocultura punk all’horror, etc. Ancora «racconti di incontri immaginari con Gesù, raccolte di foto di madri nella savana, decaloghi di istruzioni surreali, vignette di un fumettista ipovedente» ci racconta Bianchi nell’intro del n°34.


Il fatto che qualcuno, da qualche parte, senza troppi mezzi economici a disposizione ma con molta energia creativa, scelga un tema folle e personalissimo e si metta a creare piccoli giornalini da distribuire in una manciata di copie nel mondo su di me, dopo tutti questi anni, continua a suscitare un fascino enorme.
Matteo B. Bianchi
To fall in love con una di loro è un attimo. Proprio per la natura e la personalità della fanzine. Una volta che quella giusta capita nelle nostre mani nascono sin da subito una misteriosa intimità e una complicità irresistibile con la rivista ed il suo creatore.

Il caso ‘tina: le specificità della rivistina
Il target di ‘tina è il fandom delle riviste indipendenti di narrativa. Di un tipo di narrativa inedita ed un po’ pop:
‘tina è una rivista di narrativa, in particolare a un tipo di scrittura lieve, dal taglio molto attuale e discorsivo, con forti connotazioni pop. Il che vuol dire tutto o niente, me ne rendo conto, ma almeno spero serva a chiarire che se scrivere favole per bambini, poesie romantiche, saggi scientifici o critica letteraria, questa non è la sede adatta a cui inviare le vostre opere.
Matteo B. Bianchi

Avete capito? Su ‘tina non ci vanno tutti.
Tra le pagine in Pdf che da alcuni anni il lettore può anche stampare autonomamente, prendono posto brani narrativi esilaranti, drammatici, toccanti, ironici, scandalosi. Racconti dai finali volutamente inconcludenti che ti lasciano lì, come un babbeo a pensare Ma che cazz*? oppure schietti e serrati come una lavata d’acqua gelida. E pure, altri ancora quasi fangosi che, insomma, non li si capisce bene.
La fanzine come il vinile: chi non muore si rivede e pure bene
Esteticamente accattivanti e dai contenuti di qualità, le tante ‘tine partorite dalla fotocopiatrice d’ufficio, dal ’96 in poi, hanno progressivamente fatto colpo. È subentrato un periodo in cui la consistenza delle edizioni prendeva forma unicamente sul web. Ma attualmente lo scrittore è ritornato alla carta stampata. D’altronde il discorso sul vinile è applicabile anche alle fanzine contemporanee, le cui copie cartacee continuano ad emanare un fascino irresistibile. Tostissima, ‘tina, altro che ‘ina.
[…] il presente di ‘tina è più vicino al suo artigianale inizio di quanto lo sia stato nei lunghi anni precedenti.
Matteo B. Bianchi

Chi ci trovi su ‘tina: letteratura ed esordienti
[…] nella vita di debuttare, in fondo, non si smette mai.
Matteo B. Bianchi
Su ‘tina vengono pubblicati debuttanti e scrittori esordienti: certi rimarranno lì, cristallizzati, come diamanti in miniera; ma molti diamanti escono, negli anni, alla luce del sole e la gente è contenta di indossarli chi alle dita sottili o goffe, chi vi si cinge il collo e così via. E così molti autori attualmente riconosciuti ed affermati sono passati da ‘tina prima di diventare l’accessorio preferito di questo o quel lettore contemporaneo.
Comunque i prescelti sono soltanto cinque per ciascuna edizione. Adesso Bianchi la fa uscire (ir)regolarmente ogni sei mesi, prima se ne parlava una volta l’anno. Molti dei racconti inediti pubblicati sono irriverenti, a tratti espressamente triviali. Sarà per questo che ‘tina piace.

Mondi possibili su ‘tina: la porno story di Alice Scornajenghi
E veniamo adesso alla porno story di Alice Scornajenghi, che abbiamo scoperto proprio sulle pagine della rivistina… Ah, ma questa non è mica una parentesi. Siamo al confine con nuovi mondi possibili, qui, perciò non vi offendete se vi rimando al sequel. Segnatevi l’appuntamento. Quando: fra due settimane. Dove: alla rubrica Mondi possibili. E intanto se volete portarvi avanti vi consiglio di leggere qualche vecchia uscita di ‘tina.
La n° 34 non vi deluderà.
Ptssssss… Ultimo racconto!
Articolo di Alessia Casciaro