Inauguration Day
Il 20 gennaio Joe Biden e la sua vice Kamala Harris hanno recitato il giuramento come Presidente e Vicepresidente degli Stati Uniti, in quella che per i democratici è stata, forse, l’inaugurazione più attesa e simbolica di sempre. Quest’anno, a causa della pandemia in corso, la cerimonia è avvenuta in una Capitol Hill meno affollata del solito con la possibilità per soli 1000 ospiti di assistervi. Nonostante ciò, l’evento non ha mancato di solennità.
Il tema della cerimonia d’inaugurazione del 46esimo Presidente era “America United”. Tutti gli interventi, i discorsi e le esibizioni si sono svolti nel segno della costruzione di una nuova America. Un’America in grado di tornare ad ergersi a nazione simbolo di democrazia. Non è un fatto strano che la cerimonia avesse un tema, anzi. Ogni cerimonia, anche se apparentemente uguale alle precedenti, è costellata di simboli e riferimenti in cui leggere qualcosa delle personalità e della volontà politica della nuova amministrazione.
La Bibbia
Un simbolo della cerimonia su cui si è posta molta attenzione, anche da parte della stampa, è la Bibbia. Il Presidente Joe Biden ha giurato sulla Bibbia che la sua famiglia si tramanda dal 1893, la stessa su cui aveva già giurato come Vice di Obama. Kamala Harris invece ha giurato su due Bibbie: una appartenente ad un membro della sua famiglia, l’altra era di Thurgood Marshall, primo membro afroamericano della Corte Suprema. Anche se la Costituzione non menziona in alcun modo la necessità di una Bibbia, o di un qualsiasi altro oggetto, per poter recitare il giuramento, negli anni si è trasformato in un simbolo importante.

I simboli religiosi, così come i riferimenti a Dio nei discorsi politici, sono una costante. La religione, in uno Stato laico e interreligioso come gli Stati Uniti, è uno strumento che richiama ad un’unità che va oltre le differenze sociali e culturali. Si parla infatti di una “religione civile”, condivisa da tutti, e che sopra ad ogni cosa tiene unita l’America.
In realtà non è sempre stato così. In un’America conquistata da coloni protestanti, lo scontro religioso è stata la prima frattura che polarizzò la società civile attraverso lo sviluppo di un sentimento anticattolico, terminato poi con l’elezione del primo Presidente cattolico, John F. Kennedy. Joe Biden è solo il secondo Presidente cattolico della storia americana, anche se in una società più tollerante.
Gli interventi
Forte presenza femminile sul palco della cerimonia. L’elezione della prima donna a ricoprire il ruolo di Vicepresidente, Kamala Harris, è già di per sé un’apertura ad un maggiore empowerment femminile. Ma l’evento di inaugurazione non ha voluto mancare di sottolinearlo. Oltre a Lady Gaga che ha cantato l’inno, si è esibita Jennifer Lopez, di origini portoricane. La cantante latino-americana, che durante l’esibizione ha anche parlato in spagnolo, è anche il simbolo di un’altra America, quella degli immigrati e dell’integrazione. Un’altra donna a lasciare il segno è stata Amanda Gorman, poetessa afroamericana di soli 22 anni. La poesia che ha recitato, dal titolo “Hill we climb”, fa riferimento ad un’America che non è rotta ma è semplicemente incompleta.
“And yet the dawn is ours before we knew it.
Somehow, we do it.
Somehow, we’ve weathered and witnessed
A nation that isn’t broken, but simply unfinished
For there is always light,
if only we’re brave enough to see it.
If only we’re brave enough to be it.”

L’abbigliamento
In un giorno talmente storico, persino l’abbigliamento è intriso di simbolismo. I politici e le celebrità che hanno calcato il palco di Capitol Hill il 20 gennaio, hanno voluto trasmettere un messaggio di speranza, scegliendo dettagliatamente cosa indossare.
Non sono mancati i richiami all’unità e alla stabilità. Dr. Jill Biden, la nuova First Lady della Casa Bianca, indossava un vestito azzurro con cappotto e mascherina abbinati, colore tipicamente associato con i concetti di fiducia e stabilità. La Vicepresidente Kamala Harris ha, invece, optato per un cappotto viola – che poteva sembrare blu a seconda dell’angolazione – ad indicare l’unione di Repubblicani e Democratici, tradizionalmente associati rispettivamente al colore rosso e blu. Un esplicito simbolo di speranza è stato indossato da Lady Gaga, chiamata sul palco per cantare l’inno nazionale, che aveva appuntata sul petto una colomba d’oro con un ramoscello d’ulivo.

Sono inoltre abbondati i richiami alla comunità afroamericana. Non solo molti dei presenti hanno indossato abiti disegnati da stilisti afroamericani – Pyer Moss e Christopher John Rogers, tra gli altri – ma ovunque si potevano vedere collane o dettagli di perle. Indossate sia da Hillary Clinton che da Jennifer Lopez, erano in onore di Kamala Harris che le ha sempre indossate nelle occasioni ufficiali, compresa quella di mercoledì. Perché? La Harris faceva parte di una sorority – che, per intenderci, è un’associazione studentesca universitaria esclusivamente femminile – la Alpha Kappa Alpha, fondata da 20 ragazze afroamericane, chiamate le “Venti Perle”.
Ultime due chicche. Jennifer Lopez ha calcato il palco vestita tutta di bianco, colore usato dalle suffragette delle origini come simbolo della loro lotta. Infine, Michelle Obama ha indossato gli stessi colori che aveva in occasione della cerimonia d’inaugurazione di Donald Trump, quasi a voler cancellare gli ultimi quattro anni e guardare avanti.
E adesso cosa succede?
La voglia di voltare pagina è assoluta. Volontà che si può leggere anche al di fuori del simbolismo che ha caratterizzato la cerimonia d’inaugurazione. La prova ce l’ha data lo stesso Biden che, già nelle ore immediatamente successive, ha firmato ben 17 ordini esecutivi. L’obiettivo? Ribaltare completamente le politiche di Trump, semplice. In poche ore, Biden ha fermato l’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
– decisione importante considerando che ci troviamo nel bel mezzo di una pandemia – e fatto rientrare il Paese negli accordi sul clima di Parigi. Ha bloccato la costruzione del muro al confine con il Messico ed ha eliminato il cosiddetto travel ban – che Trump aveva imposto ad alcuni Paesi africani a maggioranza musulmana.

I temi su cui agiscono i provvedimenti firmati spaziano dall’economia all’uguaglianza razziale, dall’immigrazione alla pandemia. Quest’ultima è ovviamente in cima alla lista. Il Presidente ha già iniziato a muoversi anche su questo fronte. Ha istituito la figura del Coordinatore della risposta al COVID-19, ha re-introdotto l’obbligo di quarantena e del test negativo per chiunque arrivi nel Paese dall’estero, nonché quello di indossare la mascherina sui mezzi pubblici.
Joe Biden ha voluto mandare un chiaro messaggio: la sua amministrazione non sarà come la precedente. Né nelle politiche che seguirà, né nei principi che applicherà. Insomma, è iniziata una nuova era.
Articolo scritto da Valentina Sacchetta e Mara D’Oria