Domani, 15 gennaio 2021, Wikipedia compie 20 anni. Noi tutti utilizziamo l’enciclopedia libera, anche quotidianamente, ma pochi di noi conoscono bene il suo funzionamento e chi o che cosa ci sia veramente dietro. O meglio, è sapere comune ormai che “chiunque può scrivere su Wikipedia”, e per questo motivo è altrettanto comune dubitare dell’attendibilità delle informazioni lette. Dopotutto in un’era in cui lo schivare le fake news dovrebbe diventare disciplina olimpionica, mettere in dubbio ciò che si legge online è legittimo (e doveroso). Vediamo perciò di fare chiarezza.
Come funziona Wikipedia?
Il miglior modo per capirne il funzionamento è proprio studiarla “dall’interno”. Provate perciò a cercare la voce Wikipedia su Wikipedia, e vi troverete davanti la seguente descrizione:

L’enciclopedia conta attualmente più di 55 milioni di voci in più di 300 lingue, aggiunte/modificate/controllate da volontari di tutto il mondo. Il segreto del suo funzionamento si basa infatti proprio sull’azione dei cosiddetti “wikipediani”, utenti volontari che collaborano e si impegnano a seguire delle linee guida e i “cinque pilastri” dell’enciclopedia.
Nessuna redazione quindi, solo volontari. Nemmeno l’associazione che ci sta dietro, Wikimedia Italia, controlla i contenuti del sito. Il suo funzionamento e la sua attendibilità sono nelle sole mani della comunità di utenti, che lavora per un obiettivo comune:

Attendibilità delle informazioni
Ogni contributore è responsabile dei propri inserimenti. Quanto sono attendibili quindi le informazioni riportate? Non può capitare che qualche utente malintenzionato modifichi o crei una voce immettendo informazioni false o non neutrali? Sì, è possibile. Tuttavia appena un utente si accorge dell’inserimento di un errore o di un’informazione non attendibile, può aggiustare la voce o riportarla alla versione precedente. In caso di azioni di vandalismo ripetute inoltre, si può ricorrere al blocco di singoli indirizzi IP.
Oltretutto, Wikipedia dispone di algoritmi e di software che setacciano il sito al fine di eliminare vari tipi di vandalismo, di modificare le fake news più evidenti, e di correggere link obsoleti o scaduti.
Diversi studi hanno dimostrato la precisione e il grado di attendibilità delle informazioni riportate dall’enciclopedia. Nel 2005, la rivista scientifica Nature aveva dimostrato come Wikipedia fosse paragonabile per accuratezza a Encyclopaedia Britannica, una delle più rinomate enciclopedie in lingua inglese. Il grado di attendibilità sembra inoltre non essere sceso negli anni: nel 2014 un gruppo di ricercatori tedeschi ha analizzato l’accuratezza delle informazioni riguardanti alcune droghe, confrontandole con quelle riportate sui libri di farmacologia. Lo studio ha dimostrato che le informazioni presenti su Wikipedia erano accurate per il 99,5%.
Scherzi e bufale
Nonostante però il lavoro volenteroso della comunità di wikipediani e l’aiuto degli algoritmi, è capitato che l’enciclopedia abbia ospitato vere e proprie bufale o scherzi più innocenti.
Ogni tanto capita infatti che qualcuno cambi qualche voce di Wikipedia per strappare (e farsi) due risate su argomenti di attualità. Durante il festival di Sanremo dello scorso anno, ad esempio, qualche utente annoiato ha modificato la voce sul “Cantico dei Cantici” aggiungendo «Roberto Benigni ne sta parlando proprio ora al Festival di Sanremo 2020. Accendete la tv. Buon modo per addormentarsi». A questa estate risale invece un’altra modifica scherzosa riguardante la voce “Mondello”, definito «l’unico paese in cui non ce n’è Coviddi».
A volte però può anche capitare che tra le voci dell’enciclopedia libera si nascondino delle vere e proprie bufale. Ne è un esempio quella sul cosiddetto “Polocausto“, termine coniato in Polonia da alcuni nazionalisti di destra per indicare un massacro di polacchi non ebrei mai avvenuto, nel tentativo di minimizzare la Shoah. La voce, con i suoi 15 anni di vita, è annoverata tra le fake news wikipediane più longeve.
Un’altra bufala di lunga vita è quella riguardante un presunto dio aborigeno, Jar’Edo Wens, divinità della “potenza fisica” e della “conoscenza terrena”. La voce sarebbe stata aggiunta da un utente australiano nel maggio del 2005, per poi essere cancellata quasi 10 anni dopo.
Lotta alla disinformazione
Qualche notizia falsa può capitare ci sia, quindi, come conseguenza fisiologica di un progetto basato sulla capacità di autoregolamentazione e fiducia reciproca di utenti volontari. Gli stessi però in grado di dimostrarsi esempi virtuosi di lotta alle fake news, soprattutto quando si tratta di temi attuali e delicati come, ad esempio, le elezioni presidenziali statunitensi o la pandemia da Coronavirus.
Nel primo caso è stata Wikipedia stessa a porre dei limiti: solo gli account registrati da più di 30 giorni e con almeno 500 modifiche all’attivo potevano modificare le pagine riguardanti le elezioni di Novembre, e solamente l’amministratore con più esperienza e guadagnata fiducia ha potuto dichiarare il vincitore.
Nel secondo caso invece, il merito va ai medici che controllano e aggiornano le pagine riguardanti il Covid-19 dell’edizione inglese dell’enciclopedia. Questi dottori non si accontentano delle notizie riportate sui giornali, ma aggiornano le voci con informazioni tratte da ricerche scientifiche e reports di importanti e riconosciuti centri e istituti.
Altri “guardiani” che meritano di essere menzionati sono gli editor delle pagine riguardanti uno dei temi più importanti del nostro secolo: il cambiamento climatico. A capo di questo gruppo vi è una ricercatrice in climatologia della University of Exeter, Femke Nijsse, che dal 2018 si occupa insieme ad altri volontari di aggiornare i dati e le informazioni delle pagine in base alla frequente uscita di nuovi studi sull’argomento, mantenendo alta la qualità delle voci.
“The realization of the vision of the Internet”
Nel corso degli anni l’enciclopedia libera si è guadagnata il rispetto di diverse testate giornalistiche, che non si sono risparmiate nel tesserne le lodi. La Repubblica, per esempio, la considera un punto di riferimento per l’informazione e «il miglior sito del mondo», in linea con il pensiero della rivista Wired, secondo la quale Wikipedia sarebbe «the last best place on the Internet».
Come dichiara la stessa enciclopedia nella pagina dedicata alle “Risposte alle obiezioni comuni”:

Un progetto sempre in divenire quindi, che nei suoi primi 20 anni di vita ha dimostrato come il lavoro di squadra per la diffusione di un sapere disponibile a tutti abbia nel complesso raggiunto ottimi risultati. Come affermato da uno dei suoi fondatori, Jimmy Wales, in un’intervista per Open:
The vision of Wikipedia is a free encyclopedia for everyone in the planet in their own language […] and that’s an exciting and motivating goal for people. In some ways it is the realization of the vision of the internet: everyone can have access to knowledge at their fingertips.
Articolo di Arianna Urgesi