Cosa succede quando Trump oltrepassa i poteri presidenziali
Intralcio alla giustizia, complotti con la Russia per interferire nelle elezioni presidenziali del 2016, incitamento alla violenza, corruzione di una potenza straniera a scopi personali. Dal giorno della sua elezione sono state molte le occasioni in cui Donald Trump è stato accusato di abusare del potere garantitogli dalla sua carica.
È vero. Non sempre si è trattato di abuso di potere. Nonostante lo sdegno generale, infatti, non esistono leggi che impediscano di concedere la grazia presidenziale ad amici e parenti, che per motivi di merito se la siano guadagnata come vuole la legge. Ciò non toglie che negli anni della sua carica, la condotta del 45° Presidente degli Stati Uniti d’America sia stata di dubbia liceità, tanto da sottoporlo ad un processo di impeachment.
I poteri presidenziali
Ma quali sono i poteri del Presidente? La risposta – come spesso succede – ci viene data dalla Costituzione americana. Non solo essa prevede la separazione dei tre poteri fondamentali – legislativo, esecutivo e giudiziario – ma anche una serie di dispositivi di check-and-balance per evitare che essi si sovrappongano. Già da questa premessa si può capire come “l’uomo più potente del mondo” non goda, effettivamente, di poteri assoluti.
L’articolo 2 della Costituzione, poi, investe il Presidente del potere esecutivo e lo nomina “Comandante in capo dell’Esercito e della Marina degli Stati Uniti, e della Milizia dei diversi Stati quando chiamata al servizio attivo degli Stati Uniti”.
La lista ovviamente continua. Il Presidente detiene il potere di:
- Stipulare trattati internazionali – con una successiva ratifica da parte del Senato
- Nomina dei giudici federali – che devono essere approvati dal Senato
- Veto con il quale può bloccare le proposte legislative delle due camere del Congresso
- Grazia, ovvero, “il potere di concedere commutazioni di pene e grazie per offese contro gli Stati Uniti, salvi i casi di impeachment”.
La Costituzione, che riconsce al Presidente i suddetti poteri, ne definisce anche i limiti. I principali strumenti di bilanciamento dei poteri presidenziali sono, quindi, il Senato che deve ratificare pressoché qualsiasi decisione del Presidente, e la Camera. Il Comandante in capo dell’Esercito e della Marina, ad esempio, non può disporre delle proprie truppe all’estero, a meno che il Congresso non abbia già ufficializzato una dichiarazione di guerra. Ovviamente c’è anche la Corte Suprema, che ha la facoltà di dichiarare l’incostituzionalità degli atti presidenziali.
L’abuso di potere
“Utilizzare i poteri presidenziali oltre i limiti costituzionali” è quello che viene definito abuso di potere. Quest’ultimo è infatti definito come l’utilizzo dei poteri istituzionali allo scopo di raggiungere benefici personali. Non solo. Potrebbe rientrare nella definizione anche l’utilizzo, a proprio vantaggio, della propria posizione dominante.
Negli ultimi giorni, Trump è stato accusato proprio di questo. Se il Presidente degli Stati Uniti chiama il segretario di Stato della Georgia chiedendo di “recuperare” 11780 voti in suo favore è evidente quello di cui stiamo parlando.
È infatti di pochissimi giorni fa la pubblicazione, da parte del Washington Post, della chiamata del Presidente Trump al Segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger. “Non c’è niente di male nel dire che avete ricalcolato i voti” dice Trump. Il Segretario di Stato, sostenitore del Presidente, è in evidente imbarazzo: – “Il problema, Signor Presidente è che i dati che lei ha sono sbagliati”. – “Voi sapete cosa hanno fatto e non lo state riportando, questo è un crimine, questo è un crimine” continua a ripetere Trump.
Il procedimento di impeachment
Il contrappeso naturale all’abuso di potere sembrerebbe, a questo punto, l‘impeachment. Si tratta della messa in stato di accusa di un funzionario del Governo federale da parte del Congresso, alla quale seguirebbe un processo per “tradimento, corruzione o altri gravi crimini e misfatti”. Dalla definizione costituzionale è evidente che se un caso di impeachment possa essere scatenato da un’accusa di abuso di potere, non tutti gli abusi di potere possono essere puniti con l’impeachment. La definizione “crimini e misfatti” è molto ambigua e negli anni è stata oggetto di dibattito. Secondo la maggior parte dei giuristi però, i padri fondatori intendevano comprendere all’interno della frase proprio gli abusi di potere.
Ed è quello che è accaduto il 24 settembre 2019, quando il Congresso ha avviato il procedimento di impeachment. Il presidente Trump è stato accusato di aver usato come arma di ricatto, nei confronti del Presidente ucraino Zelenskiy, gli aiuti militari americani all’Ucraina in cambio dell’avvio di un’inchiesta di corruzione a carico di Joe Biden e del figlio Hunter.
L’assalto a Capitol Hill

L’assalto avvenuto a Capitol Hill il 6 gennaio da parte di alcuni sostenitori di Trump ripropone il tema della limitazione dei poteri del Presidente. I democratici, ed alcuni repubblicani, pensano che ad incoraggiare l’attacco sia stato proprio Trump. L’accusa di brogli elettorali prima, e il video in cui nonostante invitasse i manifestanti ad andare a casa li definiva “special” poi, ne sono la prova.
Ancora una volta, per la speaker della Camera Nancy Pelosi si apre la possibilità di impeachment. A meno che il vicepresidente Mike Pence non ricorra ad un altro strumento posto a tutela dello Stato: il 25esimo emendamento, che consente di rimuovere il Presidente e sostituirlo con il suo vice se questo è ritenuto incapace di ricoprire il proprio ruolo. Sembra però che si tratti di una possibilità remota.
Per ancora altre due settimane Trump è il Presidente degli Stati Uniti. Settimane nelle quali disporrà ancora di tutti i poteri presidenziali. Molti dei suoi lo stanno abbandonando, altri continuano a sostenerlo. Tutto può succedere. Tutto questo a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Presidente eletto Joe Biden.
Articolo di Valentina Sacchetta e Mara D’Oria