Quasi sicuramente vi sarà capitato di cercare un capro espiatorio da incolpare per alcuni dei vostri fallimenti, per poi rendervi conto che il vero nemico era uno solo: voi stessi. Questo è l’autosabotaggio, una serie di comportamenti che mettiamo in atto per rovinare i nostri piani, e che ci intrappolano come le prede dei ragni in un bozzolo di autocommiserazione.
L’autosabotaggio, questo sconosciuto. Forse anche voi ne soffrite, ma non vi siete mai soffermati a pensarci. Questa brutta pratica non è nient’altro che un meccanismo di difesa volto a tutelarci da situazioni spiacevoli, che si rivela però una vera e propria trappola. Non sempre siamo consci di questo subdolo mix di azioni, consce e inconsce, che portiamo avanti quotidianamente.

Quali sono i segnali di autosabotaggio?
Uno dei comportamenti che rivelano un autosabotaggio in atto è l’eccesso, legato alla procrastinazione: dal binge-eating al binge-watching, dall’uso sproporzionato del cellulare all’uscire troppo spesso lasciando i lavori incompiuti. Tutti questi comportamenti ci allontanano dai nostri obiettivi e da ciò che dovremmo fare veramente. Ancora un biscotto, ancora un episodio, ancora 5 minuti su Instagram: e così perdiamo tutta la giornata. Eccediamo in comportamenti che sappiamo essere sbagliati proprio per allontanare da noi la sensazione spiacevole del potenziale fallimento. Sappiamo che abbiamo tante cose da fare e preferiamo affidarci a qualcosa di sicuro, confortevole, semplice e immediato.
L’unica maniera di uscirne, è avere un forte senso di volontà
Bisogna imporsi una tabella di marcia: organizzarsi e sforzarsi ogni giorno di mettere almeno un pezzo per giungere al compimento del puzzle. Per affrontare i rischi legati ai nostri progetti non basta avere un professionista con cui parlare dei nostri problemi o delle paure che nascondono le nostre azioni. Il cambiamento parte da noi: siamo gli unici a poter veramente intraprendere un percorso, anche quando costa fatica e tempo.
Un altro segnale di autosabotaggio è prefissarsi obiettivi troppo grandi. Anziché andare per gradi e pianificare un percorso “umile”, ci soffermiamo a pensare, ad esempio: “come posso entrare a lavorare per questa azienda? Non ne ho i requisiti!”
È chiaro che certi obiettivi non siano facili da raggiungere, ma partendo da certi presupposti diventano addirittura impossibili da realizzare. Così facendo, creiamo una barriera tra noi e ciò che vogliamo, e quando non arriviamo all’uva diciamo che è acerba. Non ci sentiamo veramente responsabili per non aver raggiunto i nostri obiettivi, perché ci consoliamo pensando che siano troppo lontani o che forse non ci teniamo davvero così tanto.
È molto difficile, per alcuni di noi, non pensare in grande
Abbiamo un sogno nel cassetto e vogliamo realizzarlo, ma non ci sentiamo in grado. Pensiamo di non essere all’altezza, che siamo degli impostori e che non potremmo mai (ad esempio) meritarci quel lavoro, perché non saremmo in grado di mantenerlo o, prima ancora, di averne le competenze. È un comportamento tipico dell’autosabotaggio, e non siamo soli.
Non dobbiamo porci dei grandi traguardi all’inizio, ma solo dei piccoli step lungo il cammino: ognuno di essi rivela una lezione di cui possiamo fare tesoro. Ci sono piccole opportunità che a volte snobbiamo, pensando freneticamente ad arrivare in vetta. Ma arriveremo lì solo quando avremo iniziato il percorso.

“Ciò che vedo non è sempre ciò che è davvero” deve diventare il nostro mantra
Un altro segnale di autosabotaggio è il continuo lamentarsi, vittimizzarsi e pensare a quanto siamo stati sfortunati, mentre gli altri sembrano avere una vita incredibile.
È facile pensare che le vite degli altri siano meravigliose e perfette, e che i loro problemi siano quisquilie rispetto ai nostri, ma non è così. Potremmo sorprenderci di sapere che qualcuno che invidiamo tanto in realtà è profondamente infelice. Non conosciamo la storia degli altri, e invidiarli non ci aiuterà a costruire qualcosa, anzi, continuerà ad allontanarci dai nostri obiettivi. Intanto, l’orologio non smette di ticchettare, e il tempo passa. Vogliamo davvero perdere la vita dietro all’IG di qualcun altro?
Un altro segnale di autosabotaggio è prendersi un impegno e non rispettarlo: dal dare buca all’ultimo a un’uscita, al dare buca a se stessi. È importante prendersi cura dei rapporti con gli altri. Se non lo facciamo può significare non che siamo pigri, ma che abbiamo paura che finisca tutto o, più semplicemente, di impegnarci. Siamo troppo concentrati al pensiero delle relazioni che falliscono, e questa paura non fa che bloccarci e corrodere i rapporti che abbiamo. Anche gli impegni con noi stessi che non portiamo a termine sono un modo di allontanaci da eventuali sbagli e delusioni. Così facendo seppelliamo ogni volta, sempre di più, la nostra fragile autostima.
Questo comportamento nasce da paure che sono dentro di noi, voci che non si placano, sentimenti inspiegabili
È uno dei comportamenti più difficili da sradicare, e in alcuni casi è legato a una vera e propria psicopatologia, soprattutto quando si parla del Disturbo Borderline di Personalità (BPD). La persona affetta da disturbo BPD arriva a non distinguere la realtà dalla percezione che essa ha della realtà, e necessita di un percorso di terapia. Chi non soffre di questa patologia potrebbe essere in un momento di cambiamento della vita, o di depressione. Anche in questo caso è necessario aprirsi con un professionista che sia pronto all’ascolto.
Per quanto sia difficile non autosabotarci, siamo noi i primi a doverci aiutare. Spesso sono le paure irrazionali a bloccarci. Il mio consiglio, per iniziare a scrollarvele di dosso, è di annotare ogni giorno su un’agenda tre tasks che vi porteranno al raggiungimento, nel lungo termine, di un obiettivo. Mantenendo ogni giorno questi piccoli impegni, poco a poco (anche lentamente, se nessuno vi corre dietro!), possiamo fare tutto ciò che desideriamo e oltrepassare la folta barriera di paure che ci paralizza. Dobbiamo cambiare il nostro sguardo sul mondo e pensare che riusciremo a mettere in piedi i nostri progetti, senza arrenderci a frasi fatte o a un universo che sembra avverso.