I romanzi storici sono tra i libri più scelti fra le letture leggere, nonostante spesso siano relegati ad angoli marginali o spazi angusti delle librerie. Il loro fascino sta nel riuscire a immergere il lettore in un tempo ormai perduto, facendogli vivere spaccati della vita quotidiana dell’epoca in questione, oppure le gesta dei – più o meno eroici – personaggi del passato. Hanno però un punto debole, una fragilità intrinseca: la loro classificazione, “romanzi storici”, fa sì che all’interno di questa categoria venga raccolto di tutto, dal romanzo che traspone fedelmente i fatti, a quello che tratta – in un tempo storico passato – quelle che a tutti gli effetti sono storie di fantasia.
Il lettore ha quindi un arduo compito quando si trova davanti agli scaffali della libreria: deve riuscire in pochi minuti, e basandosi su pochi elementi, a capire quali siano i romanzi meritevoli di una lettura e quelli invece per cui il posto più idoneo è la spazzatura. Beninteso, non c’è nulla di male ad essere appassionati di fantasia. Lo sbaglio sta piuttosto nel far credere al lettore che il libro parli di storia, di grandi battaglie, di vicende legate ai più famosi personaggi, quando invece tratta una storia totalmente inventata, il cui unico elemento di veridicità è il nome di – alcuni – protagonisti. Come scegliere dunque? La domanda è tosta, ma si possono tracciare alcune linee guida.
La familiarità con l’autore
La prima, fondamentale, è avere familiarità con l’autore: ci sono infatti scrittori noti per la fedeltà storica e la trasposizione esatta dei fatti avvenuti. Certo, anche questi aggiungono elementi di fantasia, come è giusto che sia quando si parla di un romanzo e non di un manuale universitario. Si tratta però di elementi, solitamente personaggi a supporto del protagonista, funzionali a far proseguire la storia esattamente come raccontata dalle fonti ufficiali. Un autore straordinario da questo punto di vista è Andrea Frediani, la cui trilogia su Cesare (Dictator) e la quadrilogia su Augusto (Gli Invincibili) sono delle assolute pietre miliari del romanzo storico.

Le fonti
Connessa a questa prima linea guida ve n’è poi una seconda altrettanto importante: le fonti a disposizione. Più un periodo storico è ricco di fonti dell’epoca e di studi moderni, più è possibile costruire un romanzo attendibile. In altre parole, più le fonti sono reperibili, più è facile – stando di fronte allo scaffale della libreria – scremare in partenza un titolo rispetto a un altro. Siate quindi dei compratori mediamente informati. Non bisogna essere degli storici provetti, basta anche una semplice e veloce ricerca su Wikipedia per farsi un’idea sommaria di quanto gli storici del passato e del presente abbiano scritto e documentato su un fatto o un personaggio. Si crea quindi un rapporto direttamente proporzionale: più un fatto è documentato, più salgono le possibilità che il romanzo sia storicamente buono e attendibile.
Molto più di un unico genere
Il romanzo storico, è bene sottolinearlo nuovamente, non è un manuale per studiosi; è un momento per immergersi con leggerezza in contesti lontani e spesso guardati con stupore e meraviglia. Può quindi anche servirci da primo stimolo per poi approfondire gli studi – questa volta in modo serio – sulle vicende che più ci interessano. Personalmente, mi fu molto utile il romanzo Invictus di Simone Sarasso sulla storia di Costantino. Per quanto il romanzo abbia delle criticità dal punto di vista della scrittura, storicamente presenta tutti i fatti principali – e sono veramente tanti – successi nella vita dell’imperatore che ha rivoluzionato il rapporto tra Roma e la cristianità. Dopo Sarasso, ho infatti accolto con lo spirito giusto la trattazione fatta da Alessandro Barbero in Costantino il Vincitore.
A metà tra i libri che trattano di vicende realmente accadute e quelli che le presentano in modo fantasioso e discutibile, vi sono poi quelli che raccontano sì storie inventate, ma calate in un contesto storicamente plausibile. Ne è paladino l’inflazionato Simon Scarrow, forse l’autore di questo genere più famoso al mondo. Lo slogan che accompagna i suoi libri, “se non conosci Simon Scarrow non conosci la storia di Roma”, è certamente da prendere e da buttare. La storia di Roma è ben altra, e se è a quella che siete interessati, evitate come la peste i libri dello scrittore britannico. In questo sottogenere, ma elevandolo, torno ancora una volta a Frediani, con Un eroe per l’Impero Romano. L’autore questa volta racconta una storia parzialmente inventata, calata nello scenario delle guerre daciche dell’imperatore Traiano (di cui oggi è rimasta la Colonna Traiana a Roma).
Mai giudicare un libro dalla copertina
C’è, infine, un elemento da non considerare quando si vuole acquistare un romanzo storico? Sì, la copertina, dimenticatela. Mai come in questo genere è infatti vero il detto: “Mai giudicare un libro dalla copertina”.
Oltre ai libri già consigliati nell’articolo, concludo consigliandovi altri cinque titoli.
- Marathon, di Andrea Frediani, sulla battaglia di Maratona e la corsa più famosa della storia.
- 300 guerrieri, di Andrea Frediani, sulla battaglia delle Termopili.
- Aléxandros, di Valerio Massimo Manfredi, una trilogia sorprendente su Alessandro Magno.
- Teutoburgo, di Valerio Massimo Manfredi, sulla più famosa sconfitta dell’esercito di Roma.
- Carthago, di Franco Forte, sull’invasione di Annibale e la storia di Scipione l’Africano.