Alla fine di marzo, l’attivista digitale Pavol Lupták ha denunciato la diffusione di dati sensibili dei malati di Covid-19 da parte delle istituzioni. Ma il governo di Bratislava tira dritto: «Tuteliamo la salute dei cittadini»
Una mappa di Google (qui il link) con tanti piccoli segnaposti di colore blu. A prima vista, una carta geografica come tante altre; ma che in realtà riserva qualcosa di sorprendente. Perché quei puntini blu corrisponderebbero a persone. Per la precisione, individui affetti da Covid-19. Sembra la scena di un film di fantascienza, oppure l’incipit di un romanzo distopico. Come “1984“, il visionario capolavoro dello scrittore britannico George Orwell. Ma invece è realtà. Perché, mentre l’Italia studia un’applicazione per tracciare il contagio da coronavirus, la Slovacchia sembra già molto avanti. Qui, lo scorso 30 marzo, il National health information center, un ente controllato dal Ministero della Salute, ha pubblicato nel suo sito web una mappa che localizza i contagiati da Covid-19 in tutto il Paese.
La scoperta della mappa da parte di un attivista
Il primo organo di stampa slovacco ad accorgersene è stato il sito Topsky.sk, che il 31 marzo ha pubblicato il link alla mappa. Questa era stata segnalata su Facebook dall’hacker e attivista per i diritti digitali Pavol Lupták. Fondatore nel 2007 di Nethemba, società di sicurezza online, Lupták ha lamentato la violazione della privacy dei cittadini slovacchi. Infatti, se si accede alla mappa, è possibile visualizzare sulla sinistra un elenco di codici che corrispondono a tutte le città del Paese. E, se si passa ad osservare uno dei tanti segnaposti blu, è possibile conoscere il sesso, l’età e anche la residenza della persona contagiata.

Secondo Lupták la combinazione di questo insieme di informazioni porterebbe di fatto alla violazione dell’anonimato. Incrociando i dati della mappa elaborata dal National health information center e altri database – come ad esempio quelli catastali – sarebbe quindi possibile risalire all’identità della persona segnalata. L’attivista ha definito questa operazione con il termine “deanonimizzazione”. La quale sarebbe molto semplice soprattutto nei piccoli centri, dove i residenti sono pochi e facilmente individuabili.
La polemica
La scoperta di questa mappa e la denuncia da parte dell’attivista hanno infiammato la polemica politica. Sempre sul sito Topsky.sk, il portavoce del National health information center, Boris Chmel, ha cercato di fare chiarezza sulla questione. Giornalista, caporedattore fino al 2017 del canale televisivo slovacco Rtvs, Chmel ha sostenuto che la pubblicazione della mappa non sarebbe stata del tutto un errore. E che essa rientrava già nei progetti del governo slovacco. «Nel contesto della protezione della salute pubblica abbiamo voluto rendere disponibili i dati alle istituzioni competenti e alle autorità locali in questa situazione di emergenza», ha detto il portavoce.
Dalla parte del Nhic si è schierato il nuovo Primo Ministro slovacco Igor Matovič, leader di Ol’ano, il partito populista di destra che ha trionfato alle elezioni politiche dello scorso 29 febbraio. Proprio all’indomani della pubblicazione della mappa, il 46enne capo del Governo ha detto che finché in quella mappa non ci saranno altri dati – come ad esempio il numero civico dei malati -, l’idea di diffondere informazioni sui contagiati è una questione di trasparenza.
Tuttavia, a poche ore dalla pubblicazione, la mappa è stata cancellata dalla sezione “eHealth” del sito internet del Nhic. Il ché ha attirato nuovamente l’attenzione di Lupták. «Nonostante avessero detto che la mappa avrebbe garantito l’anonimato, hanno comunque deciso di toglierla dal sito», ha scritto sul suo profilo Facebook l’attivista slovacco.
C’è un altro dettaglio che rende la questione assai interessante. Di fatto, nonostante la mappa non sia più pubblica, in Slovacchia i dati delle persone affette da coronavirus continuano a essere diffusi. La pagina Facebook del Ministero della Salute viene quotidianamente aggiornata con i dati dei nuovi contagi di Covid-19. Come si può notare, in un post di giovedì 9 aprile, si fa un elenco anonimo di persone che sarebbero positive al virus. Una lista che però riporta genere, età e geo-localizzazione di ogni malato.

L’epidemia di coronavirus in Slovacchia
Tutto ciò fa sorgere alcuni dubbi in merito alla reazione del governo slovacco di fronte all’epidemia. Gli stessi dati del contagio dipingono uno scenario alquanto particolare.
Ad oggi, secondo il Coronavirus resource center della John Hopkins University, le persone affette da coronavirus in Slovacchia sarebbero 715 dall’inizio dell’emergenza. Di queste, 690 sono attualmente positive, 23 sono già guarite, mentre 2 sono morte. Il tutto su una popolazione di oltre cinque milioni di abitanti. Numeri molto bassi, che stridono se confrontati con quelli dei tamponi eseguiti. Infatti, dalla fine di febbraio, la Slovacchia ha condotto nemmeno 20mila test. Anche questo un dato esiguo. Soprattutto, se si pensa che la vicina Repubblica Ceca, a partire dal 27 gennaio, ha somministrato oltre 120mila tamponi. Il tutto, registrando quasi 6mila contagi. Come rivela un’analisi condotta dal comune di Bratislava e riportata dal sito di informazione “Buongiorno Slovacchia”, il rischio è che i contagiati da coronavirus nel Paese possano essere molti di più di quelli rilevabili. Ossia, quasi un cittadino su cinque.
Nel frattempo, il governo di Bratislava non è riuscito ad alzare fino a 3mila al giorno il numero dei test, come aveva promesso lo scorso 27 marzo. Ma intanto, a partire dal 3 aprile, l’esecutivo guidato da Matovič ha iniziato a condurre test a tappeto sulla comunità rom della Slovacchia. Un gruppo etnico che secondo un censimento condotto nel 2011 conterebbe nel Paese oltre 100mila persone. Si tratta di persone che, secondo un rapporto pubblicato nel 2018 dall’organizzazione non governativa Minority Rights Group International, sarebbero ancora oggi sottoposte a pesanti discriminazioni. Il governo avrebbe già isolato cinque campi rom nell’intero territorio slovacco. E tra questi avrebbe rilevato 31 casi di positivi al Covid-19.
Nella giornata di martedì 7 aprile, i nuovi casi di coronavirus sono saliti a 101 in tutto il Paese. Una decisa impennata, che potrebbe essere spiegata dall’aumento del numero dei test. Di fatti, i tamponi somministrati il 7 aprile sono stati 2.042. Ora, il rischio è che la Slovacchia si riveli una vera e propria “polveriera” del contagio. Pronta a esplodere.