Fino a qualche settimana fa il mondo correva rapido e noi, affannati, cercavamo di stare al passo senza mai avere il tempo di fermarci un istante a osservare, pensare, respirare. credevamo fosse la normalità.
Tutto ad un tratto ci siamo ritrovati ad avere così tanti minuti ed ore da dover passare con noi stessi che quasi fa paura. Fa paura perché potremmo scoprire cose nuove su di noi o fare i conti con aspetti del nostro essere che fino ad ora avevamo represso.
In questo scorrere lento della vita, le domande si affollano nella mente – un po’ come nel quadro di Paul Gauguin “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”.
Una delle prime domande che sorgono è: cos’è la normalità?
Prima la normalità era andare all’università, lavorare, vedere le persone care, uscire con gli amici. Era normale, forse banale, prendere la macchina e andare il weekend al mare o salire su un treno e guardarlo correre tra i campi e le montagne verso una meta decisa all’ultimo secondo.
Quando l’emergenza sarà finita, però, le cose non saranno così semplici. La vita riprende molto lentamente e non guarderemo più i gesti quotidiani nello stesso modo: tutto sarà, almeno all’inizio, coperto dal sospetto e dalla paura di ricadere in questi giorni bui.
Allora, un’altra domanda nascerà spontanea: vogliamo continuare a vivere come prima? Dopo tutto questo tempo passato ad aspettare che la vita torni alla normalità, vogliamo davvero tornare a “quella normalità”?
Ognuno di noi, inevitabilmente, in questi giorni si sta guardando dentro. Magari deciderà di cambiare radicalmente la propria vita, o solo una parte, ma nessuno sarà più la persona di prima. Cambiano le priorità e ci rendiamo conto quali sono le cose – e soprattutto le persone – che davvero sono importanti per noi. Forse qualcuno, guardandosi indietro, vedrà di aver fatto delle scelte per paura e, finalmente, troverà il coraggio di fare ciò che sente veramente; qualcun altro farà quel viaggio di sola andata verso un altro Paese che gli aprirà un nuovo mondo di possibilità.
Ma un altro quesito che ronza in testa riguarda la nostra Terra. Vogliamo davvero portare avanti uno stile di vita in cui la maltrattiamo e sfruttiamo fino all’estremo?
In queste settimane la natura si è ripresa gli spazi che l’uomo le aveva sottratto e l’inquinamento sta scendendo sotto soglie che i Paesi avanzati non vogliono ammettere, in quanto dimostrazione che questo è ciò di cui il nostro pianeta ha bisogno.
La scienza e la tecnica ci permettono di cambiare stile di vita e abitudini: sta a noi impegnarci per portare avanti questo cambiamento. Quando torneremo alla quotidianità – alla nuova quotidianità – avremo un’occasione irripetibile per dare valore a ciò che conta davvero e per imparare a vivere rispettando questa casa che è di tutti.
Certo, non è tutto bianco o nero e la vita non è giusta o sbagliata, ma ognuno di noi in questi giorni infiniti si sta chiedendo quale possa essere la vita giusta per se stesso e, forse, troverà finalmente la risposta.