Schegge intervista Domenico Battaglia
Continua la nostra rubrica “L’Emilia-Romagna al voto“. Siamo riusciti per voi a rintracciare telefonicamente Domenico Battaglia, candidato Presidente alle prossime regionali del 26 Gennaio, per il Movimento 3V- Vaccini Vogliamo Verità.
Domenico Battaglia, 46 anni, è medico chirurgo. È stato tra i firmatari della lettera all’Istituto Superiore della Sanità dove chiedevano uno studio sulla salute dei bambini vaccinati e di quelli non vaccinati. Dopo che nel 2016 la regione Emilia-Romagna legifera sull’obbligo della vaccinazione, pena l’esclusione dagli asili, decide di candidarsi alla Presidenza della regione.
Nel caso ve le siate perse, qui potete recuperare le interviste a Lucia Borgonzoni (Lega), Stefano Bonaccini (PD), Simone Benini (M5S), Stefano Lugli (L’altra Emilia-Romagna) e Marta Collot (Potere al Popolo)

Qual è il motivo che l’ha spinta a candidarsi?
Il motivo per cui mi sono candidato è perché credo che oggi la politica stia perdendo di vista un soggetto fondamentale: l’essere umano. Si rincorrono sempre il danaro, l’economia, i conti da far quadrare, ma dietro questo c’è un essere umano. Le politiche ricadono sull’essere umano. La salute del cittadino è la prima cosa per me in assoluto, e anche per il Movimento Vaccini Vogliamo Verità.
In che misura la sua personalità può valorizzare il ruolo per cui si candida, quello di Presidente di Regione?
In Emilia-Romagna, l’80% delle energie sono riversate sulla sanità. Per cui il nostro obiettivo è quello di andare a incidere su questa enorme fetta, che molto spesso viene utilizzata non a fini di salute ma a fini imprenditoriali. L’imprenditoria deve essere vicino alla salute del cittadino. Ci candidiamo perché vogliamo riportare la salubrità del cittadino al centro delle politiche dell’Emilia-Romagna.
Quali sono le tre priorità da mettere in atto in caso di vittoria alle elezioni?
Immediatamente, nei primi 90 giorni, avvieremo la possibilità per i bambini della fascia 0-3 di non essere più esclusi dalla scuola, in virtù dell’avvenuta o non avvenuta vaccinazione. Elimineremo l’obbligo della presentazione della documentazione vaccinale. Avvieremo uno studio retrospettivo e prospettico successivamente per valutare se tra le due popolazioni, persone vaccinate e persone non vaccinate, possano esistere realmente delle differenze. Noi non abbiamo certezze sui vaccini e vogliamo poterle acquisire mediante uno studio scientifico serio, indipendente e reale.
Cominceremo ad avviare una procedura di stop alla tecnologia del 5G e naturalmente avvieremo una serie di procedure che riconosceranno tutte le medicine, come l’omeopatia e l’agopuntura, fruibili a tutti i cittadini.
Ci occuperemo dell’agricoltura, incentivando l’agricoltura biologica e biodinamica, perché tutto quello che va a corrompere il terreno e l’agricoltura poi corrompe anche la salute dell’individuo. L’uso di pesticidi e di OGM soprattutto nell’alimentazione degli animali è quanto di peggiore si possa prevedere per la salute dell’individuo.

La questione abitativa degli studenti è un problema ancora irrisolto, come pensa di poterlo affrontare?
Una procedura che si può applicare subito è stabilizzare il prezzo degli affitti, con un affitto fisso per tutti gli universitari ovviamente rapportato ai metri quadri. In modo tale che chiunque è iscritto all’Università non possa avere disparità. Poi, incentiveremo sicuramente l’opportunità del fare del cohousing all’interno delle strutture universitarie, come già accade in altri campus universitari. Il concetto sarà del campus, della possibilità di avere delle coabitazioni con altri studenti in strutture adibite dall’Università stessa.
Come si concilia l’applicazione del Green Deal con le difficoltà delle imprese già avviate per attuarlo?
Io non le vedo questioni molto diverse. Le imprese devono adeguarsi al fatto che oggi non si può produrre e inquinare. Devono comprendere, e questo sarà un lavoro molto lungo di educational, che quando si progetta un percorso o una procedura produttiva, per questo percorso deve essere già ampiamente prevista la progettualità in termini di emissioni zero, di produzione di materie di scarto e di qualunque inquinante. Io la vedo da un punto di vista culturale. Non si può permettere che un’impresa cominci a fare impresa senza aver previsto nelle sue procedure, tutto quello che è possibile con la tecnologia attuale in termini di zero rifiuti.
Pensa che una sua eventuale vittoria possa influire sugli equilibri di Governo nazionale e regionale?
Questo non glielo so dare come dato certo. Di sicuro, se dovessimo avere un ottimo riscontro elettorale, questo sarà una grande sorpresa. Già nessuno si aspettava che Vaccini Vogliamo Verità fosse sulle liste elettorali, dato il fatto che abbiamo avuto non poche difficoltà, createci ad hoc per limitare l’opportunità che ci si presentava difronte. Se dovessimo avere un risultato elettorale dai più non atteso, forse questo potrebbe essere una bella novità. Probabilmente non saremo sulle prime pagine dei giornali anche se dovessimo avere un buon riscontro. Ma di questo se ne dovrà parlare dopo il giorno 26.
Come immagina l’Emilia-Romagna del 2025, dopo cinque anni con lei alla guida?
La immagino più Green, più attenta ai giovani e alle giovani donne soprattutto nell’ambito della maternità. Una regione in salute, magari con criteri di coltivazione diversi da quelli che fino ad oggi si sono posti all’attenzione dell’economia. La immagino una regione che magari non sarà cambiata in modo radicale, ma che avrà avviato un processo inarrestabile di cambiamento verso un rispetto della vita vista a 360 gradi: la vita dell’essere umano, la vita della terra e la vita degli animali.