Schegge intervista Lucia Borgonzoni
Mancano ormai meno di due settimane alle elezioni regionali del 26 Gennaio. Gli elettori di Emilia-Romagna e Calabria saranno chiamati alle urne per eleggere (o rieleggere) il Presidente della Regione e il Consiglio Regionale.
L’appuntamento elettorale emiliano-romagnolo assume però un rilievo particolare in tutto il contesto nazionale. Si tratta infatti di una Regione storicamente “rossa”, dove la sinistra governa incontrastata dal 1970, anno della vera e propria costituzione delle Regioni come enti territoriali. Nel contesto della continua ascesa della Lega a livello regionale, consolidata dalla recente vittoria in Abruzzo lo scorso novembre, questa tornata elettorale si prospetta quindi di grande importanza. Un’eventuale vittoria del centro-destra potrebbe segnare non solo l’apice della forza di una coalizione che riscontra sempre più consensi, ma potrebbe anche essere un punto di non ritorno per l’attuale governo 5 Stelle – PD.
L’Emilia-Romagna al voto
Ed è proprio dalla coalizione di centro-destra che parte la nostra rubrica “L’Emilia-Romagna al voto”. Noi di Schegge siamo riusciti a intervistare i candidati alla Presidenza della Regione.
Abbiamo incontrato Lucia Borgonzoni, esponente della Lega e candidata per la coalizione di centro-destra, durante una tappa forlivese del suo tour elettorale. Classe 1976, la Borgonzoni si è avvicinata presto alla politica, tesserandosi all’allora Lega Nord già nel 1992. Nel 2016 è stata la candidata leghista alle comunali di Bologna, riuscendo ad arrivare al ballottaggio che ha però visto (ri)trionfare Virginio Merola del PD. Più recentemente, è stata Sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali durante il governo giallo-verde. La Borgonzoni si è detta speranzosa verso un aumento della partecipazione elettorale rispetto alla precedente tornata regionale, che ha visto un’affluenza inferiore al 40%, affermando: <<al di fuori di quello che si vota, è bella la partecipazione che di solito ci contraddistingue>>.

Qual è la principale motivazione che l’ha spinta a candidarsi?
Mi sono candidata, e faccio politica, perché ritengo che poter migliorare la vita dei cittadini sia una cosa bella, così come ascoltarli e magari trovare soluzioni. Penso che le soluzioni poi si trovino sempre in modo condiviso, ascoltando la gente e spesso sedendosi al tavolo anche con chi non la pensa nello stesso modo.
Quali sono le priorità del suo programma?
La prima è la burocrazia, perché crea problemi sia alle famiglie che fanno fatica ad organizzare la loro vita sia alle aziende. Io faccio sempre un esempio. Durante il terremoto siamo partiti con un’ordinanza che era un’ordinanza smart di 33 pagine: è diventata di più di 100. La burocrazia va tagliata perché non è possibile che se voglio aprire un capannone ci metto 6 mesi, un anno o nemmeno so se ci riuscirò. Diventa un problema per tutti se devo fare una carta, diventa anche un costo per l’amministrazione. Se devo farla e devo aspettare un anno vuol dire che quella carta, per un anno, gira in tutti gli uffici. Per cui, sono soldi sprecati anche per noi.
Sanità: c’è un problema legato alla sanità. La nostra sanità è un’eccellenza in tantissimi campi grazie ai tanti medici, infermieri e tecnici che ci lavorano. Ma c’è un problema sul nostro territorio: per non allungare le liste d’attesa chiudono le agende. A chi capita di andare a fare visite specialistiche si sente dire “la lista è chiusa”. Oppure viene data dopo 3 giorni lontano, a 70 km da casa, altrimenti vicino a casa ce l’hai dopo un anno e mezzo. Una persona che non ha possibilità di andare a 70 km da casa ce l’ha dopo un anno e mezzo dopo quella visita, oppure ha i soldi. A me, una sanità che se hai i soldi dopo 3 giorni hai la visita dietro casa e se non li hai ce l’hai dopo un anno e mezzo, non piace tanto.
L’Emilia-Romagna è al top in Italia per le Università, però a volte si vanno a creare anche alcuni disagi per gli studenti, come la questione abitativa a Bologna. Come pensa che si possa risolvere questa situazione?
Sicuramente bisogna riuscire a metter mano sulla questione dei posti letto, che si crea un po’ anche per gli AirBnb, ma non solo. Spesso i proprietari alzano i prezzi e questi diventano altissimi, per cui bisogna trovare il modo di calmierarli. Noi abbiamo tantissime zone del territorio, anche fuori Bologna, che ad oggi stanno perdendo attrattività e sempre meno persone ci vivono. Sarebbe bello cercare di fare degli accordi, pensiamo anche alla zona dell’Appennino, con le persone che lì hanno appartamenti, però poi bisogna dare i mezzi ai ragazzi per poter andare avanti e indietro. Per cui, ci sono cose che si possono veramente mettere in campo, però vanno ragionate in un senso strutturale ampio.

Come pensa si possano coniugare ambiente e concorrenzialità delle piccole imprese?
Noi abbiamo tante aziende che sono eccellenze. Penso a tutta la questione per la tassa sulla plastica di cui abbiamo tanto parlato, che è una tassa messa dal Governo in quanto tassa, e non per migliorare la situazione. In realtà il fine era quello di prendere dei soldi e non di andare verso un riciclo sempre maggiore e verso una sensibilità dell’ambiente, che però le nostre aziende hanno. Le aziende della plastica in Emilia-Romagna sono fra le più avanzate, è una di quelle cose per cui ci possiamo vantare anche con i Paesi del Nord. Poi sicuramente c’è un grande problema, un problema italiano: quello di cercare di spostare il più possibile i trasporti dalla gomma alle ferrovie. Io sono un’appassionata di tante cose che riguardano l’ambiente e la cura dell’ambiente. Gli orti sui tetti andrebbero sviluppati molto di più. Oltre a essere luoghi di socialità servono anche a consumare meno nel palazzo. Ci sono tante cose che si possono fare. E poi avere una cura ordinaria maggiore del nostro territorio.
Come pensa che la sua elezione possa cambiare gli equilibri del Governo nazionale?
Io penso che dopo l’Umbria dovevano andare a casa, perché era l’ennesima bocciatura da parte dei cittadini che sono stati chiamati a votare per le regionali. Sicuramente se perdessero, e io sono convinta che perderanno in Emilia-Romagna, si dovranno sedere a un tavolo e decidere finalmente di mandare la gente a votare. Non bisogna avere paura del voto o delle persone, la partecipazione è una cosa bellissima. Ci sono dei programmi, la gente sceglierà, e se decide che tu non metti in campo delle proposte che ritengono positive per loro andrai a casa e governerà qualcun altro.
Come vede l’Emilia-Romagna dopo cinque anni di Presidenza Borgonzoni?
La vedo un’Emilia-Romagna migliore. Io dico sempre che funzioniamo a 6 e potremmo funzionare a 10. Abbiamo tantissime aziende che hanno bisogno di essere supportate, ad esempio nella promozione delle grandissime eccellenze che abbiamo. Penso che sarà un’Emilia-Romagna che funzionerà molto meglio perché andrà più veloce.