In questi giorni tantissime persone sono scese in piazza per chiedere che venga fatta giustizia per Daphne Caruana Galizia. I sit-in e le manifestazioni non si fermano
Che cosa sapete di Daphne Caruana Galizia?
Giornalista maltese molto conosciuta in Europa, Daphne ha lavorato per il Malta Independent ed è stata direttrice della rivista Taste & Flair. Nel 2008 aprì il blog “Running Commentary” (oggi curato dai suoi figli, in particolare da Matthew), in cui raccontava delle sue numerose inchieste legate a vari ambiti della corruzione (traffici illeciti di soldi, armi, droga e paradisi fiscali in primis). È stata proprio questa piattaforma ad aver irritato i suoi assassini, che l’hanno uccisa il 16 ottobre 2017 con una bomba piazzata nella sua Peugeot 108.
Ma torniamo indietro nel tempo. Nel 2016 la giornalista segnalò il coinvolgimento, poi confermato da un leak risalente ad aprile di quell’anno, dei politici maltesi Konrad Mizzi e Keith Schembri nello scandalo Panama Papers.
Per chi non fosse pratico, Panama Papers è il nome di un pesante fascicolo che contiene informazioni dettagliate di oltre 200mila società offshore. Il documento illustra chiaramente come managers, funzionari pubblici, imprenditori e direttori nascondano i loro soldi dal controllo statale. Daphne indagava su parecchi nomi che appaiono in queste carte.
Il 2017 fu l’anno della notizia che portò alla pianificazione del suo omicidio in maniera definitiva. Daphne era diventata ormai fin troppo scomoda: affermando che la società panamense Egrant appartenesse alla moglie del primo ministro maltese Joseph Muscat, fece sì che quest’ultimo anticipasse le elezioni a giugno, guadagnando la vittoria del partito laburista in cui, come vedremo tra poco, sono coinvolti alcuni politici indagati per la sua morte (tra cui i già citati Mizzi e Schembri).
Il partito di Muscat godeva allora di ampi consensi, e aveva la vittoria quasi assicurata. La decisione di anticipare le elezioni è stata una scelta giustificata con la volontà di salvaguardare la stabilità economica di Malta, ma come denunciò l’opposizione fu in realtà una scelta obbligata. L’inchiesta della giornalista avrebbe infatti potuto minare la credibilità del partito laburista, che avrebbe perso l’occasione di andare a governo.
La macchina di Daphne dopo l’attentato
Le indagini sull’omicidio
Dopo varie inchieste governative e dieci arresti, il 20 novembre scorso il caso è giunto a una svolta decisiva con l’arresto di un noto imprenditore, Yorgen Fenech. L’uomo è anche direttore di Elettrogas e proprietario di una società offshore di Dubai, la 17Black, che secondo gli inquirenti veniva utilizzata per elargire tangenti ad alcuni membri del partito laburista.
Il nome dell’imprenditore è saltato fuori grazie alle dichiarazioni di un tassista maltese, Melvin Theuma, recentemente arrestato in un’operazione di antiriciclaggio. Theuma è stato l’intermediario tra Fenech e gli assassini di Daphne (fra essi vi sono i famigerati fratelli Alfred e George De Giorgio, noti per essere legati al traffico di armi e droga). L’uomo ha deciso di parlare dopo che Muscat aveva promesso la grazia presidenziale. La confessione chiave di questo testimone attesta che sarebbe proprio Fenech il mandante dell’omicidio.
Fenech aveva vari motivi per considerare la giornalista una spina nel fianco e desiderarne la messa al tappeto. In particolare, l’imprenditore era stato accusato da Daphne di possedere un fondo segreto a Panama e di aver fatto pressione sul governo per giudicarsi un appalto. Avrebbe pagato delle tangenti a Keith Schembri e Konrad Mizzi per la costruzione di una centrale a gas per Elettrogas, inviate tramite la già citata società 17 Black.
Il governo maltese ha subito così una forte scossa: il capo di gabinetto dell’esecutivo Schembri, il ministro del turismo Mizzi e il ministro dell’economia Cardona, assieme a Muscat, sono indagati per aver coperto Fenech e aver depistato le indagini. Mizzi e Schembri si sono dimessi, mentre Cardona si è autosospeso dalla carica.
Cosa sta succedendo in questi giorni a Malta?
Il Parlamento Europeo ha inviato una delegazione a Malta per chiarire la situazione, definita dalla vicepresidente della Commissione Europea Věra Jourová. Com’era prevedibile, è scoppiata una crisi senza precedenti per il governo laburista. La tensione è altissima: migliaia di persone manifestano per chiedere le dimissioni immediate di Joseph Muscat, che ha annunciato le dimissioni il 12 gennaio, bloccando lui e altri deputati laburisti per non lasciarli uscire dal Parlamento. Al grido di “barra issa!” (via ora!), le persone chiedono che chi è implicato se ne vada al più presto dalla sede del potere. I maltesi marciano instancabilmente e lanciano uova contro il simbolo della corruzione, il palazzo che continua a nascondere tanti segreti. Inoltre, non si fermano i sit-in fuori dall’ufficio di Muscat.

Foto di Miguela Xuereb
La partecipazione dei maltesi nelle piazze è di una bellezza davvero commovente. Dalle immagini in tv, si percepisce quanto queste persone abbiano sete di giustizia per Daphne, una donna che per loro era una sorella nel nome della quale manifesteranno fino a quando non verrà fatta giustizia.
Se desiderate sapere di più su Daphne, Roberto Saviano ha appena pubblicato un libro che contiene varie frasi della giornalista. Una di esse è stata ripresa nel titolo: Dì la verità anche se la tua voce trema.