Natale 2019 : i nostri consigli di lettura
Fare un regalo è donare un piccolo frammento del proprio cuore.
Il Natale si sta avvicinando, è il periodo dell’anno più luminoso e colmo di emozioni. È il momento in cui le famiglie si ritrovano e per un attimo dimenticano i problemi, la distanza e le mancanze. Il Natale è quella festa che porta a pensare alle persone per noi importanti e, spesso, a concretizzare questo pensiero con un regalo. I regali veri sono quelli dove in un qualcosa di materiale viene racchiuso un pezzetto del proprio cuore e viene donato alle persone care.
Perché, allora, non regalare un libro? Nei romanzi si racchiudono migliaia di emozioni, dalla felicità al dolore, dall’amore alla rabbia, dalla paura alla sorpresa… E, in fondo, le emozioni sono il dono più bello che si possa fare. Ecco alcuni consigli di libri – profondamente diversi tra loro – ma che possono essere un regalo interessante per queste feste.
“Venuto al mondo”, di Margaret Mazzantini
Per chi è pensato: è un libro per chi ama le letture emotivamente forti e coinvolgenti per il loro realismo; è per chi ama storie che non danno risposte ma che pongono interrogativi. È per chi vuole un romanzo che non sia scontato, ma che sorprenda pagina dopo pagina.
Di cosa parla: nel romanzo si intrecciano passato e presente, ricordi ed emozioni. Un semplice viaggio in Bosnia riporta a galla una vita che sembra lontana, una vita il cui tempo era scandito dalle bombe e dalla guerra negli anni ’90. La storia della Bosnia si fonde con la storia della protagonista, Gemma, con la sua realtà fatta di sorrisi e di pianti.
È una donna segnata dalla guerra e dai continui aborti spontanei, ma che per amore di un uomo e di una terra che sente sua torna costantemente nei territori dilaniati dalla violenza dell’uomo. Con numerosi flashback, il viaggio con il figlio riporta alla mente persone conosciute negli anni della giovinezza, persone scomparse sotto le macerie, la ricerca e la battaglia per una madre surrogata e la nascita di un figlio marchiata dallo “svanire” del marito.
È una storia che ha un finale talmente triste da essere tremendamente, fastidiosamente dolce amaro.
Perché leggerlo? Leggere questo libro è un’immersione profonda nella storia straziata della Bosnia, ma soprattutto nella mente e nella vita di una donna comune. Il contrasto tra passato e presente va di pari passo con ciò che si crede e ciò che è reale, tra ciò che si vorrebbe e ciò che invece si può, tra ciò che si sa e ciò che non si sa. Tratta in modo tremendamente realistico temi delicati come la maternità surrogata, la guerra e la morte. La vita è intrisa e segnata da questi temi, ma nonostante tutto va avanti in modo inesorabile.
È un romanzo che tocca profondamente e mette in discussione ogni convinzione, che porta necessariamente interrogativi difficili da risolvere.
“Alaska”, di Brenda Novak
Per chi è pensato: è per tutti coloro che vogliono leggere qualcosa di dinamico e accattivante, è per chi ama la suspence. È un ottimo libro se ci si vuole immergere nell’indecifrabilità della natura e della mente umana, in un’atmosfera tetra e misteriosa.
Di cosa parla: è un thriller molto forte, ambientato nelle fredde terre dell’Alaska. La protagonista, Evelyn Talbot, lavora in una clinica psichiatrica di massima sicurezza per serial killer: Hanover House. Il suo passato si riflette inevitabilmente sul suo lavoro e sulla sua vita attuale.
Il ritrovamento di un cadavere sconvolge la tetra routine all’interno del carcere, i fantasmi che Evelyn avrebbe voluto dimenticare tornano a percorrere i suoi pensieri e la paura diventa una sensazione che cresce giorno dopo giorno, pagina dopo pagina.
Tra sparizioni, omicidi e tormente di neve, Evelyn cerca di venire a capo di tutti i macabri eventi che stanno scuotendo la piccola cittadina. Fino all’ultimo capitolo le vicende lasciano con il fiato sospeso e la verità si mostrerà molto diversa da ciò che la stessa protagonista poteva immaginare.
Perché leggerlo? Con la sua durezza e imprevedibilità, Alaska parla di un mondo che sembra lontano e quasi irreale, ma che in realtà è più vicino di quanto si possa immaginare. È un thriller con i fiocchi, che riesce a tenere attaccato il lettore con il suo linguaggio e il suo modo di coinvolgere e sorprendente. Vale la pena leggere questo romanzo perché riesce a unire l’attrattiva di questo genere con l’analisi agghiacciante della mente umana e della sua incomprensibilità profonda.
“Il traduttore del silenzio”, di Daoud Hari
Per chi è pensato: È per tutti coloro che credono nella necessità di parlare e di mostrare quei luoghi in cui la vita è tutt’altro che semplice, quei luoghi che però vengono costantemente dimenticati e lasciati a se stessi e alla violenza.
Di cosa parla: Il traduttore del silenzio è un libro disarmante nel suo raccontare in modo dettagliato una vita segnata dal dolore, dalla violenza e dal lutto. Il giovane sudanese Daoud, lontano da anni dalla sua madre patria a causa di varie vicissitudini, decide di tornare a casa nel Darfur. Ritrova la sua famiglia e la sua gente, ma la sua terra è drammaticamente segnata dagli abusi: è una regione povera, ma il suo sottosuolo racchiude così tanta ricchezza che lo stesso governo del Sudan mette in opera da anni un terribile genocidio.
È proprio in questo clima che Daoud vede morire i suoi cari, è costretto a seppellirli con le sue mani e a lasciarli lì, per poter scappare da chi vuole uccidere lui e tutti coloro che sono sopravvissuti. È un susseguirsi di attacchi a sorpresa, fughe e terre devastate dalle fiamme. Il giovane racconta passo dopo passo tutte le drammatiche vicende che è costretto a vivere, senza lasciare spazio a dubbi e incertezze: racconta la realtà esattamente così com’è.
Perché leggerlo? È un romanzo inaspettato, di quelli che sembrano silenziosi ma che, invece, fanno un rumore terribile. Leggerlo è vedere, tramite gli occhi di un giovane che aveva tanta speranza e amore per la propria madre patria, la morte lenta e dolorosa di una terra che avrebbe tanto da dare e da raccontare, piena di tradizioni e di culture affascinanti che stanno scomparendo. È una testimonianza forte dello sfruttamento dell’uomo nei confronti dei territori sudanesi e della gente che li abita. Una testimonianza che vuole rendere partecipi tutti coloro che la leggono, come a dire “ora sai, non puoi rimanere impassibile”. È un grido di dolore e di rabbia verso il silenzio e l’inerzia di chi potrebbe fare qualcosa per fermare tutto questo.
“L’ospite”, di Stephanie Mayer
Per chi è pensato: è per coloro a cui piacciono i romanzi fantascientifici, che giocano sulla natura umana e sulla possibilità di vite aliene nell’universo per prospettare un futuro molto diverso dal presente. È un libro per chi vuole fantasticare su ciò che succederà se il mondo continuerà ad essere ciò che è, con i suoi lati positivi e con quelli negativi.
Di cosa parla: è un romanzo ambientato in un futuro prossimo in cui le “Anime”, esseri che vengono letteralmente inseriti dentro i corpi umani, hanno ormai invaso il pianeta. Questi esseri eterei si fondono con l’identità, l’anima e lo spirito dei corpi che li ospitano, così da poter vivere sulla Terra e poterla rendere migliore ed estirparne la violenza.
La protagonista, Melanie, si trova il corpo e la mente invasi dall’anima chiamata Viandante (in seguito soprannominata Wanda). Ma lei è forte e non si lascia sopprimere dal nuovo ospite dentro di sé. Inizia così una battaglia tra Viandante e Melanie per i ricordi di quest’ultima. Ricordi che servono per scoprire dove si sono rifugiati i suoi cari sfuggiti all’invasione.
Tra l’emergere dello spirito ora di una e ora dell’altra, il romanzo racconta le avventure per trovare il rifugio segreto degli umani, con traversate di deserti e il rischio di morire. Ma le persone care a Melanie, una volta trovate, si mostreranno poco fiduciose nei confronti di Wanda. L’umanità della protagonista si mescolerà e influenzerà con l’Anima che è dentro di lei, creando scontri continui tra le due, ma anche avvicinandole con la condivisione delle emozioni che provano, i pericoli che corrono e con un legame affettivo che diventa sempre più forte. Alla fine del romanzo, diventa chiaro che non possono più sopravvivere entrambe in un corpo solo e sarà tremendamente difficile decidere chi delle due salvare.
Perché leggerlo? L’ospite è un romanzo che nella sua leggerezza e scorrevolezza riesce a far riflettere profondamente sulla società contemporanea, sui problemi che attanagliano il genere umano e sul futuro che ci aspetta.
L’autrice riesce a creare una storia avvincente e per niente scontata. Allo stesso tempo instilla pagina dopo pagina la speranza che, in fondo, la natura umana non sia solo violenza e negatività, ma possano essere riportate a galla quell’empatia, quella bontà e quell’umanità, appunto, che possono permettere di scrivere un futuro migliore del presente.
La bellezza dei libri
La bellezza nascosta tra le pagine dei libri è l’opportunità di vivere esperienze reali e surreali, esperienze in tutto il mondo e in tutti i tempi – passato, presente e futuro. Per questo regalare un libro è un po’ regalare emozioni, ma anche regalare una vita, perché come afferma Umberto Eco:
Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.