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27 Ottobre 2019 / Culture

Hevrin Khalaf, morta per i suoi ideali

LA STORIA DELL’ATTIVISTA CURDA, UCCISA PER IL SUO IMPEGNO POLITICO E SOCIALE

Lo scorso 9 Ottobre le milizie turche di Erdogan hanno intrapreso un’offensiva nella regione siriana del Rojava, provocando decine di morti e feriti. Nonostante l’accordo siglato ad Ankara per il cessate il fuoco, i militanti turchi non hanno ancora lasciato la zona, situata al confine con la Turchia e, quindi, di grande importanza geopolitica. La regione è popolata per la maggior parte dai curdi, minoranza etnica storicamente ritenuta una minaccia tanto dalla Siria quanto dalla Turchia. I curdi, fondamentali durante la lotta all’ISIS, si ritrovano quindi nuovamente sotto attacco. Fra le vittime, spicca un nome che ha catturato subito l’attenzione dei media e della comunità internazionale: quello di Hevrin Khalaf.

 

CHI ERA HEVRIN KHALAF

Hevrin Khalaf era un’attivista curda con cittadinanza siriana. Della sua vita si sa poco. Laureata in ingegneria civile, aveva deciso di dedicarsi alla politica e all’attivismo, divenendo Segretario Generale del Future Syria Party. Il partito rappresentava i suoi ideali e la sua volontà di costruire uno Stato laico multiculturale. La pacifica convivenza fra etnie avrebbe fatto da apripista anche all’uguaglianza fra uomini e donne, altro focus fondamentale dell’attività della Khalaf. Obiettivi, i suoi, difficili da raggiungere, soprattutto in un contesto in cui il conflitto armato la fa da padrone.

L’impegno che Hevrin Khalaf ha portato avanti durante la sua carriera si era recentemente concretizzato anche nel “Forum of Tribal Woman Notables” tenuto ad al-Tabqa il 1 Settembre. L’evento è stato storico per il Medioriente e soprattutto per la Siria, evidenziando il ruolo delle donne nel processo di decision-making e come portatrici di uguaglianza e pace. La stessa Khalaf aveva sottolineato in un’intervista quanto il contributo femminile durante la lotta all’ISIS abbia aperto nuovi spazi d’azione per le donne nella regione. Spazi che le avrebbero permesso di esercitare un ruolo sempre più attivo nel futuro. Un futuro a cui, purtroppo, Hevrin non potrà assistere.

 

 

LA MORTE

Il 12 Ottobre, infatti, Hevrin Khalaf è stata uccisa a Sud della città di Tell Abyad. Aveva solo trentacinque anni. Hanno perso la vita anche alcuni membri del suo staff, che erano in viaggio in auto con lei. I mercenari filo-turchi hanno fermato il veicolo e hanno dato il via a una vera e propria carneficina. All’inizio si parlava dell’ISIS come possibile responsabile, ma ad oggi è ritenuto sicuro il coinvolgimento delle milizie turche, anche se queste non hanno confermato il loro ruolo. Le prime indiscrezioni parlavano di lapidazione, ma è adesso certa la notizia che siano stati decine di colpi di arma da fuoco a toglierle la vita, così come confermato dai video diffusi in rete, ritenuti originali da esperti statunitensi. Si parla, inoltre, della possibilità che Hevrin abbia anche subito violenza sessuale prima di essere uccisa.

La morte di Hevrin Khalaf ha contribuito a far conoscere il suo operato a tutto il mondo, ma è chiaramente troppo tardi. La comunità internazionale troppo spesso chiude gli occhi davanti a una barbarie che continua ormai da tempo immemore, come confermato dalle azioni di leader come Donald Trump. Il Presidente USA si è infatti lavato le mani alla prima occasione, ritirando i suoi soldati dal Nord della Siria. Intanto, la società civile sta manifestando in tutto il mondo l’appoggio alla causa curda sperando che questo appello trovi ascolto, così che Hevrin non sia morta invano.

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Riguardo Martina Mastellone

Sono nata a Sorrento ma mi sento cittadina del mondo. Mi piace raccontare storie ma non sempre ho il dono della sintesi. Sogno di fare della mia passione per la scrittura un lavoro a tempo pieno. Amo mangiare, scrivere e viaggiare. Spero di riuscire a realizzarmi come donna e a fare nella vita ciò che mi rende felice.

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