Il pensiero (nazionalista e non) dei partecipanti alla manifestazione del centro-destra
Una folla (s)carica e in delirio, quella che tornava a casa dal comizio del centro-destra di piazza San Giovanni a Roma. Tante bandiere partitiche e tanti Tricolori, accanto alle altrettante bandiere regionaliste e di nazioni non riconosciute. L’orgoglio di quella bandiera italiana, di quella Nazione “Una e indivisibile” (art. 5 Cost.), sventolata accanto alle bandiere che non hanno nulla a che vedere con l’attuale corrente patriottico-nazionalista della Destra. O almeno è così, storicamente.
Ci siamo chiesti quale sia il pensiero delle persone che in mano avevano le bandiere della Catalogna e del Veneto. Non mancava, inoltre, anche il verde lombardo. Che ne pensano, loro, del nazionalismo salviniano?
LE OPINIONI DEI MANIFESTANTI
Asta in mano, entusiasmo alle stelle: Alessandro, un giovanissimo ragazzo di Benevento, esibisce con orgoglio il giallo e il rosso della Catalogna, sotto lo sventolio della bandiera blu con scritto “Salvini premier”. Lo fa, rispondendo alla domanda: “Che ne pensi, della foto di Salvini con Santiago Abascal, leader spagnolo dei neo franchisti nazionalisti di Vox?”. “Per me conta innanzitutto l’orgoglio della patria: i catalani devono decidere dove stare. Io, in quel caso, sarei per il federalismo stile Stati Uniti, come anche qui in Italia”. C’è anche mamma Rosalia, che aggiunge: “Anche noi, come in Spagna, siamo un mix di culture: l’importante è che il Crocifisso venga difeso e che, uniti, fermiamo la minaccia islamica. Io non sono molto pro federalismo, perché minaccia la stessa Unione ed è l’idea ancorata alla vecchia Lega di Bossi”.
Dall’altro lato del bivio c’è Franco, da Brescia, che con i suoi compaesani sventola la bandiera lombarda: “La sente, un po’ di nostalgia della vecchia Lega Nord?” “No, è tutto superato ormai. La svolta nazionale è stata inevitabile. Basta ideologie, bisogna guardare avanti, è finita quell’epoca politica”. Non interamente dello stesso avviso è invece Franco, da Padova, che sventola il Leone di San Marco, la bandiera della regione Veneto: “Lo sente il sentimento di un Veneto indipendente?” “Si tratta di una cosa utopica, però l’idea non scompare. La lotta per ora è tutta concentrata sull’autonomia. Anche se – aggiunge – la posizione filo italiana assunta da Salvini doveva essere presa, solo così il partito è rinato”.
CHE NE PENSANO I POLITICI
Tra i politici leghisti, Salvini in materia catalana si è limitato a un “pensiero al popolo catalano e britannico”. Non si capisce, tuttavia, quale sia la posizione assunta in merito alle violenze perpetrate in questi giorni a Barcellona. Ben più convinto sulla questione catalana è invece Christian Solinas, Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, dove ad Alghero si parla anche catalano. Dal palco, infatti, parlando dei catalani ha ricordato come, in materia di voto, la libertà di scelta popolare sia sacrosanta dinanzi alle decisioni delle élite mondiali che comandano il mondo.
PROIEZIONI FUTURE
Che ne sarà, in un futuro prossimo, di questa Lega dall’anima tanto nazionalista, autonomista e indipendentista? Al nord, a fine 2017, è nato un nuovo movimento separatista, Grande Nord, che richiama la vecchia Padania. Anche questo partito presenta un’anomalia: è alleato con altre due formazioni da poco sorte, Forza Centro e Prima il Sud. Un ennesimo ossimoro, a quanto pare.
Il rischio è che per una fetta di militanti della Lega possa verificarsi una fuga e un ritorno al passato, soprattutto tra coloro che sono cresciuti nella vecchia Lega Nord. La proiezione potrebbe virare verso una strada sempre più nazionalista per Salvini e sempre più secessionista per i nostalgici. La politica italiana oggi è capace di regalare sorprese inimmaginabili.