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19 Ottobre 2019 / Politica

Gli utili idioti di Salvini

Sogno di un centro-destra sgretolato

Questo pomeriggio, a Roma, ci saranno un po’ tutti. Da Salvini a Berlusconi, passando per Toti e Meloni, tutto il centro-destra si ritroverà in Piazza San Giovanni. Un luogo che ha una storia. Quella di San Giovanni fu la piazza della sinistra, la piazza che ospitò i funerali di Enrico Berlinguer, le grandi manifestazioni sindacali. Oggi, tra le 15 e le 18, sarà invece il punto di ritrovo delle migliaia di persone del fronte (più o meno) moderato capeggiato da Matteo Salvini. Il quale s’è tenuto largo con le stime, onde evitare polemiche sui numeri. Come riferisce l’agenzia Agi, il leader leghista si attende dalle 10 alle 200mila persone. Che è un po’ come organizzare un pranzo tra amici e prenotare dicendo: “Saremo cinque. Dai, forse sette. Ma anche dieci. Toh, facciamo pure quindici“.

A Piazza San Giovanni si riunisce tutto il centro-destra perché c’è da catalizzare il consenso verso l’appuntamento del 27 ottobre, quello delle elezioni regionali in Umbria. Qui, i moderati schierano come candidata alla presidenza la sessantenne leghista Donatella Tesi. Già sindaca del suo comune, Montefalco, per due mandati dal 2009 al 2018, Tesei è entrata in Senato dopo le Politiche del 4 marzo dello scorso anno. Successivamente, il 21 giugno 2018 è stata Presidente della 4ª Commissione permanente Difesa di Palazzo Madama. Ma, stando le cose, alla Tesei tutti questi incarichi non bastano. Ora, in Umbria, è la donna di Salvini. Come di Salvini è anche la piazza di oggi. Una piazza dove, volenti o nolenti, gli altri partecipanti saranno dei convitati. Molti dei quali sotto l’ala protettrice ma un po’ scomoda di Matteo Salvini .

LA DELUSIONE DEI FRATELLI D’ITALIA

Ieri, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa sono caduti improvvisamente dalle nuvole e si sono accorti che sul palco di Piazza San Giovanni ci saranno solo i simboli della Lega. “Come se fossimo ospiti in casa d’altri, in una piazza che, con passione, abbiamo contribuito a riempire. Peccato, un’altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro grande popolo prima degli interessi del singolo partito“, ha sbottato la leader di Fratelli d’Italia.

Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia dal 2014

Peccato però che a indire la manifestazione di oggi fu proprio Salvini lo scorso 29 settembre. E lo fece sui social, usando per l’appunto solo i simboli della Lega.

“È una manifestazione della Lega e c’è il simbolo della Lega. Abbiamo aperto la piazza a tutti ma rimane una manifestazione della Lega : è incomprensibile lo stupore di FdI“, ha risposto piccato il leader del Carroccio. Come dire: “Vi imbucate alla festa e poi fate gli schizzinosi? Troppo comodo“. E quindi: Meloni e La Russa che faranno?  Si ribelleranno? Diserteranno la piazza davanti a questo terribile affronto di Salvini? La risposta è ovviamente no: “Ci saremo, con le bandiere tricolori, come avevamo promesso e come tutti avevamo annunciato“. Benissimo, tutto tranquillo, era solo per litigare un attimino.

IL “NUOVO” ALLEATO

Un altro che ci sarà a Piazza San Giovanni e che negli ultimi mesi ha cercato di accodarsi a Salvini è il presidente della Liguria Giovanni Toti. Una vita in Mediaset grazie a Berlusconi, coordinatore di FI nell’estate 2019 con Mara Carfagna, lo scorso 7 agosto ha rotto con Silvio. L’ex-cavaliere non gli aveva riconfermato il suo ruolo di punta nel comitato di coordinamento e il governatore ligure classe ’68 si è sfilato. Pochi giorni dopo ha quindi fondato un nuovo movimento dal nome quantomai originale: “Cambiamo!”. Toti non lo dice ma, all’indomani della caduta agostana del governo gialloverde, confidava molto nelle elezioni anticipate. Confidava nel suo ruolo di “terza gamba moderata” di un fronte di destra guidato da Salvini e spalleggiato da Giorgia Meloni. Un ruolo che, seppur in numero limitato, gli avrebbe permesso di ottenere alcuni incarichi governativi in un nuovo esecutivo a guida Salvini dopo una tornata elettorale anticipata che avrebbe ovviamente incoronato il Capitano.

Giovanni Toti, classe 1968, è governatore della Liguria dal 2015

Ma le elezioni anticipate non ci sono state. E ora al governo ci sono i giallo-rossi, con Toti all’opposizione ad affiancare col suo partitino Matteo Salvini. Il governatore ligure non è “né pappa né ciccia”: fuori da Forza Italia, formalmente non nella Lega, ma vicinissimo alla posizioni di quest’ultima, alla ricerca di un “elettorato scontento” di centrodestra non ben precisato. Un’operazione, quella di “Cambiamo!”, che nell’odierna piazza di Salvini rischia veramente di essere inghiottita dall’onda lunga leghista. Anche perché, con tutto il bene che gli si può volere, Toti non brilla per carisma dati il carattere e lo sguardo alquanto mansueto. E, certamente, tra un “Salvini all’acqua di rose” e il Salvini vero, probabilmente il popolo leghista sceglierebbe l’originale.

Ma dunque Toti che farà? Avrà dei ripensamenti a salire su quel palco? No, figuriamoci: il buon Toti sarà là in bella vista, imperterrito come Giorgia Meloni a portare acqua al mulino di Matteo Salvini. E, tra un sorriso e un selfie, su quel palco incontrerà pure il suo ex datore di lavoro, nonché padre politico, Silvio Berlusconi. “C’è ancora rispetto e attaccamento umano“, ha detto Toti nei confronti di Berlusconi ieri sera ad Accordi e Disaccordi, la trasmissione di La9 condotta da Andrea Scanzi e Luca Sommi. Peccato che a Silvio la scissione di Toti non sia affatto piaciuta, avendo decretato l’espulsione da Forza Italia di tutti coloro che si sarebbero aggregati al governatore ligure. A questo punto, delle due l’una: o Toti e Meloni sono dei geni e noi non li capiamo, oppure sono un po’ idioti. Gli utili idioti di Salvini. A voi l’ardua sentenza.

Articolo di Federico Gonzato 

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Riguardo Federico Gonzato

23 anni, veronese (fieramente) di campagna, una laurea in Scienze Politiche in quel di Padova. Alle medie ero una schiappa a scrivere, poi mi hanno menato (grammaticalmente) ed eccomi qua. Ho iniziato a dedicarmi al giornalismo 4 anni fa e sono passato per diverse testate online. Attualmente collaboro con Termometro Politico e Schegge, di cui sono diventato caporedattore nel settembre 2018. Faccio meme, amo la Pallavolo, non disdegno il Calcio, ovvero Sergio Pellissier. Produttore di meme per passione.

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