Febbraio è il mese più corto dell’anno, di certo non ci sarà molto da dire…o forse no. Ricominciamo da dove ci eravamo lasciati.
Il caso Venezuela
La situazione in Venezuela dopo il colpo di stato è ancora critica sia dal punto di vista economico che umanitario. Al confine con la Colombia le forze di Maduro hanno distrutto dei convogli di aiuti umanitari, e le tensioni continuano. Il resto del mondo sta a guardare, tra Trump pronto ad un intervento militare e Putin che minaccia conseguenze. Sul versante italiano la nostra neutralità aveva impedito un riconoscimento esplicito da parte dell’UE di Guaidò come presidente ad interim. Sembra però che su questo si stia facendo marcia indietro.
In una risoluzione approvata dal Parlamento Italiano è stata confermata l’irregolarità delle elezioni del 2018, vinte da Maduro, e la legittimità dell’ Assemblea Nazionale. Guaidò, però, non è mai nominato. Dunque, come è stato sollevato da alcuni, siamo davanti a una decisione di Schrödinger. Ci allineiamo in fin dei conti con la linea europea (senza dirlo esplicitamente) e riconosciamo la presidenza temporanea di Guaidò (sempre implicitamente) in quanto presidente dell’Assemblea Nazionale.
Lo scontro diplomatico Italia-Francia
Mattarella a inizio febbraio è andato in Angola per la prima visita di un Capo di Stato italiano. Non ha però potuto rilassarsi, perché di Di Maio ha fatto un salto in Francia ad incontrare le frange più estremiste dei gilet jaunes, movimento popolare che sta sconvolgendo il paese. Come conseguenza, Macron ha richiamato l’ambasciatore francese a Roma, cosa che non succedeva dal 1940. Il nostro Presidente della Repubblica ha dovuto prender e in mano la situazione e ha fatto un paio di telefonate.
Non possiamo esserne certi ma i toni dovranno essere stati del tipo: “Vi lascio soli per 5 minuti e mi create un incidente diplomatico con la Francia?”. Anche questa situazione sembra essersi risolta al meglio, col rientro dell’ambasciatore a Roma e una rilassatissima stretta di mano tra Di Maio e l’ambasciatore francese.
Il Festival di Sanremo
Come ogni anno è arrivata: LA settimana in febbraio, l’unica all’anno in cui stacchiamo il cervello dalla politica e ci godiamo della buona musica. Ma siamo in Italia, cancellate la frase prima. Sul palco del 69esimo festival di Sanremo ci sono state poche emozioni, tranne un brivido per Virginia Raffaele che ha salutato i Casamonica in diretta. Le polemiche si sono scatenate nel momento della vittoria di Mahmood con la canzone “Soldi”, chiaramente un endorsement al reddito di cittadinanza. Il giovane, sconosciuto ai più, ha scalzato Ultimo che aveva la maggioranza al televoto.
L’esito non è stato ribaltato da Alessandro Borghese, ma dalla sala stampa e dalla giuria di qualità (i poteri forti insomma). Le polemiche non si sono fermate nei giorni dopo il festival, ma non perchè siamo in recessione tecnica o siamo stati messi come ultimi nelle stime di crescita della Commissione Europea. No, Virginia Raffaele a quanto pare ha invocato Satana sul palco dell’Ariston. Poverina, dopo una settimana di Sanremo non la biasimerei. Il momento più alto della kermesse? L’apparizione di Ornella Vanoni che ha forse inconsapevolmente riassunto il futuro della nostra generazione nel mondo del lavoro in una frase: “Sono venuta aggratis, non prendete l’abitudine”.
Questioni sparse
Dall’altra parte dell’oceano Katy Perry e Orlando Bloom hanno annunciato il 14 febbraio il loro fidanzamento sui social. Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale per costruire il muro col Messico. In Spagna è caduto il governo Sànchez sulla legge di bilancio, ci saranno elezioni anticipate il 28 aprile.
La May non ce la fa più a fare la spola tra Londra e Bruxelles, per cercare la soluzione meno disastrosa per la Brexit, e quindi ha deciso di cogliere la palla al balzo (letteralmente) quando il nostro elegantissimo Presidente del Consiglio le ha proposto una partita a biliardo a Sharm el-Sheikh, nell’ambito del primo summit UE-Lega araba.
Peccato che nell’altra stanza ci fosse Donald Tusk che non ha ancora avuto risposta alla domanda posta su Twitter: “Mi chiedo se ci sia un posto all’inferno per chi ha votato la Brexit”. Theresa non ti angustiare, il cavaliere Silvio verrà in tuo aiuto. Ha detto che ci pensa lui, riporterà la Gran Bretagna dentro l’Unione Europea.
È stata sospesa Adrian, la serie tv di Adriano Celentano. Chiaramente non volevano fare ombra alla notte degli Oscar, che ha visto trionfare Rami Malek come miglior attore protagonista per la sua performance in Bohemian Rhapsody, Olivia Colman per La Favorita e Green Book che si è portato a casa la statuetta per miglior film. L’Oscar per la miglior performance confusa lo dobbiamo dare però al lungometraggio sulla TAV. La facciamo? Non la facciamo? Ce la paga l’UE? Paghiamo le multe? Chi lo sa, però è un film avvincente, anche se ancora non abbiamo capito il finale.
È scomparso l’attore svizzero Bruno Ganz, ci ha lasciati anche Karl Lagerferld, e c’è chi aggiunge alla lista anche il Movimento 5 Stelle. Le elezioni in Abruzzo e in Sardegna hanno visto la vittoria del Centro Destra e il crollo del Movimento. In Sardegna però non è stata colpa loro, gli elettori 5 Stelle saranno stati di certo ostacolati nel loro percorso verso le urne dal latte versato dai pastori sardi, che stanno continuando le loro proteste contro il prezzo del latte. Non sono però le elezioni a preoccupare per la salute del Movimento, quanto il voto sulla piattaforma Rousseau del 18 febbraio per decidere se procedere o meno contro Matteo Salvini per il caso Diciotti. Al di là del quesito posto in maniera nebulosa, una schiacciante maggioranza del 59% (30,948 persone) si è dichiarata contraria a proseguire. L’alleanza di governo è salva, ma crescono gli scontenti nei ranghi dei 5 Stelle.
Carnevale giallo-verde
Quest’anno il Carnevale è cominciato tardi, ma a Palazzo Chigi proviamo ad immaginarci la preparazione ad una gara in costume. Di Maio è un po’ dispiaciuto perché aveva il costume da gilet jaune pronto, ma ora che l’ambasciatore è tornato a Roma sta considerando di vestirsi da Zio Paperone, dato che la teca con la prima tessera del reddito di cittadinanza ce l’ha già! Conte, per rispondere alle critiche fatte da Guy Verhofstadt, capogruppo ALDE che in un intervento al Parlamento Europeo l’ha attaccato dicendogli di essere un burattino, sta facendo gli ultimi ritocchi al suo costume da Pulcinella. Toninelli si toglierà gli occhiali per vestirsi da Superman, e probabilmente non lo riconosceremo. Ma la domanda che ci poniamo tutti è una: Salvini cosa indosserà?