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27 Febbraio 2019 / Arte

Non escludo che Albano possa diventare il mio idolo

Continuano ad uscire questi miei articoli che in realtà non hanno molto senso, ma che sono la conseguenza di alcune mie riflessioni che, prima dell’avvento di Schegge nella mia vita, non avevano alcuna possibilità di essere esternate al mondo. Ah, non è un articolo su Albano.

Mario Biondi, che potrebbe piacermi in futuro

Mi sono chiesto il perché in questo periodo della mia vita io stia ascoltando delle canzoni e dei cantanti che non avevano mai avuto spazio nelle mie playlist. E che addirittura a volte mi infastidivano.
E immagino anche che qualcuno di voi avrà pensato:

Ma quanto è sfigato Sportelli che ora si mette ad ascoltare ______ e ci va anche ai concerti?

E avete anche ragione. Vi invidio il fatto che non riesco mai ad intercettare il talento degli artisti prima del successo.
Ma secondo me ha senso il mio modo di entrare in sintonia con certi cantanti: vi spiego.
Io ascolto la musica essenzialmente per emozionarmi, per immedesimarmi, per sentirmi compatito da chi canta. Sono autoreferenziale e non m’interessa di quello che dicono i cantanti alla società. M’importa solo di quello che dicono a me. E quindi la musica che ascolto si adatta alle varie fasi che attraverso: tristezza, felicità, malinconia, nostalgia, entusiasmo, e tutto quello che può provare un essere umano.
E la musica per me non è una cura, non è una medicina per l’anima ma è un modo per amplificare ulteriormente ciò che sto passando, se sto piangendo voglio piangere ancora di più e se sto ridendo voglio ridere ancora di più.

Esempio: vivo un’esperienza sentimentalmente deludente. Mi metto ad ascoltare “Pesto”. (Ma penso lo facciate tutti alla fine, dai. Però almeno voi ascoltate Calcutta dal 2001, ovvero da quando riempiva il circolo ARCI del vostro paesello, io lo ascolto dall’estate 2018, da quando ha iniziato a fare i soldout all’Arena di Verona. Come uno sfigato in ritardassimo.)
Così sto ancora peggio ma mi piace così e continuo a farlo.

https://www.huffingtonpost.it/2018/06/02/siamo-andati-al-concerto-di-calcutta-in-autogrill-ed-e-stata-una-figata_a_23448871/

Calcutta presenta il suo album Evergreen in Autogrill, dove io ovviamente non c’ero (https://www.huffingtonpost.it/2018/06/02/siamo-andati-al-concerto-di-calcutta-in-autogrill-ed-e-stata-una-figata_a_23448871/)

Tutto però è costantemente in evoluzione perché con il tempo le emozioni che si provano cambiano aspetto, cambiano forma, cambiano modalità e quindi certi cantanti che prima non mi dicevano nulla, ora riescono a parlare di me, delle mie situazioni. Quindi (tranne per Renato Zero che rimarrà per sempre l’unico in grado di parlarmi per sempre e per tutte le età che raggiungerò) tutti gli altri sono gradite comparse nel via vai di artisti che influenzeranno la mia vita.

Grazie a tutti voi che state contribuendo a farmi sentire compatito, ma un giorno probabilmente non mi direte più nulla perché prima diventerò un adulto e mi metterò a ricercare chi mi parla di responsabilità, di stress, di come non litigare con chi starò insieme e poi invecchierò e magari avrò bisogno di canzoni sul fatto di non invecchiare nell’anima, magari sul come vivere da vedovo e con la badante o magari su come non bruciarmi un patrimonio al casinò.
La vita è così imprevedibile che non posso escludere di poter diventare il più grande fan della Dark Polo Gang, di Albano, di Nek, di Raf, di Mario Biondi.

Albano, che potrebbe diventare uno dei miei riferimenti

Che bello pensare che British potrebbe essere la mia canzone perché potrei innamorarmi di una londinese o che potrei passare le ore ad ascoltare Uomini soli dei Pooh perché potrei divorziare con mia moglie e mi potrei trovare a pagare gli alimenti con 6 figli a carico.
Ci sono anche scenari più rassicuranti tipo ascoltare Francesco Gabbani perché non avrò bisogno di ascoltare le parole delle canzoni da quanto sarò sereno.
Chissà quale cantante saprà farlo e chissà se per una volta riuscirò a diventare un fan prima del successo da vero indie che non riesco mai ad essere.
Viva la musica e ascoltate quello che vi pare.

Se volete leggere l’ultimo articolo sui cartelli stradali ecco il link: http://www.scheggemag.it/2019/02/12/i-cartelli-stradali-ci-guardano/

Articolo di Matteo Sportelli. Segui Schegge su Facebook ed Instagram

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Riguardo Matteo Sportelli

Sono laureato in comunicazione media e pubblicità alla Iulm di Milano. Non vi dico altro di me, so che non ve ne frega niente. Scopritemi, vivetemi, amatemi, odiatemi, indagatemi, leggetemi, scrivetemi.

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