“Mi fido di Luigi – Di Maio, ndr – anche alla guida”. Alessandro Di Battista saluta così i follower accorsi per la sua diretta Facebook di stamattina. Quella lanciata ieri dalle due figure di spicco del M5s è una maratona lampo verso il Parlamento europeo di Strasburgo. Infatti, nella giornata di domenica, sul social di Zuckerberg, Di Maio aveva annunciato un “evento a sorpresa” assieme a Di Battista per le ore dieci di stamane.
Ed ecco che ritroviamo i due su questo furgone diretto a Strasburgo. Alla guida c’è lo stesso Ministro del Lavoro, che non indossa la classica cravatta istituzionale, come per darsi quell’aria del comune impiegato che, come ogni lunedì, si mette in macchina per andare in ufficio. Vicino a lui, c’è Alessandro Di Battista. Il barricadero giramondo, esponente storico della “sinistra” grillina, è tornato in Italia dopo il suo viaggio in Sudamerica ed è pronto per dare il suo apporto alla causa europea dei pentastellati.
La location del furgoncino non è casuale. Ve lo ricordate il tour “Io dico No” di Di Battista in sella alla sua moto in occasione del Referendum costituzionale del 2016? Ecco, anche per il veicolo utilizzato, il messaggio è lo stesso: rimanere semplici, vicini alla gente comune, essere tra il popolo. La diretta lampo di Di Maio e Di Battista, che con il loro furgone viaggiano verso Strasburgo, dà quasi l’idea di quella comitiva di amici (ritrovati) che con i loro semplici mezzi partono all’arrembaggio, quasi alla garibaldina, alla conquista della loro meta: l’Europa.
Il MoVimento ha così dato il via ufficiale alla sua campagna verso le elezioni europee del prossimo maggio. Lo fa cercando sin da subito di ritornare nella sua veste delle origini, quella del primo approdo al Parlamento Italiano nel 2013. Di Maio e Di Battista cercano di riprendere quell’anima un po’ scapigliata, movimentista ed anti-casta, che ha fatto le fortune del partito fondato da Beppe Grillo. Quell’aria scapigliata che, se mai l’avesse avuta, Di Maio ha perso da tempo, date le sue vesti di vicepremier e di superministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.
Il messaggio che arriva da questo evento social a sorpresa appare chiaro: le elezioni del prossimo maggio dovranno essere un nuovo 2013. E con 2013 intendiamo per la precisione quelle elezioni politiche nelle quali il motto grillino era “Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno“. Questa volta, la “scatoletta di tonno” sarà il Parlamento europeo. “Non riesco a capire questo assurdo tira e molla sui decimali”, dice Di Battista rispetto a tutto il dibattito sulla legge di bilancio. Gli obiettivi pentastellati sono chiari: ridiscutere i trattati, rivedere le regole di Bruxelles ed il ruolo dell’Italia in Europa. “Se l’Europa muore, non sarà certo colpa del M5s, ma delle classi dirigenti che l’hanno governata fin ora”, rincara sempre Di Battista.
Ma nell’inizio di campagna elettorale grillina c’è soprattutto lo spazio per una rinnovata battaglia anti-casta. Arrivati davanti alla sede del Parlamento a Strasburgo, prima di concedersi alle domande della stampa, Di Maio e Di Battista protestano contro la “marchetta francese”. Quest’ultima consiste nel fatto che le sedi del Parlamento sono due, una a Bruxelles ed una, appunto, a Strasburgo. Quest’ultima, per i due pentastellati sarebbe stata un regalo alla Francia. Sempre un agguerrito Di Battista sostiene: “Ci fanno le pulci sul debito, ma una volta al mese settemila persone si spostano da Bruxelles a Strasburgo per venire a fare le sedute in questo edificio. Uno spreco su cui buttano soldi i cittadini europei”.
Come riportato da uno studio dell’Europarlamento del 2013, “si potrebbe ottenere un risparmio di 103 milioni di EUR all’anno se tutti i lavori del Parlamento fossero trasferiti da Strasburgo a Bruxelles (prezzi del 2014). È un importo cospicuo, che corrisponde tuttavia solo al 6 % del bilancio del Parlamento, o all’1 % del bilancio amministrativo dell’UE o, ancora, solo allo 0,1 % del bilancio complessivo dell’Unione”.
Un risparmio dunque irrisorio, ma sul quale Di Maio e Di Battista calcano la mano per la loro battaglia in vista delle Europee. La chiave di volta, nonché la narrazione messa in campo sono le stesse dal 2013 a questa parte: noi, popolo, contro l’élite spendacciona e delle ruberie.
C’è dunque una nuova “scatoletta di tonno” che il MoVimento punta ad aprire. Tuttavia, il tonno è vecchio. E lo è per diversi motivi; forse anche perché dentro alla scatola ci sono anche i parlamentari europei grillini entrati nel 2014. Quegli stessi parlamentari che proprio due anni fa avevano balenato l’idea bizzarra di entrare nell’ALDE, il gruppo dei liberali, centristi e che più europeisti non si può.
Da quell’idea, era scaturita una polemica importante, con lo stesso Beppe Grillo che aveva indetto un referendum online tra gli iscritti per proporre il cambio di gruppo. Iscritti che avevano addirittura votato a favore dell’entrata nell’ALDE. Un’ipotesi poi naufragata, perché l’ALDE stessa ed il suo leader Guy Verhofstadt non hanno voluto sentirci. E dunque si torna oggi con la narrazione eurocritica ed euroscettica, quella che ricalca un sentimento diffuso, che d’altronde fa più comodo per la campagna grillina. Bisognerà vedere se tale narrazione farà ancora breccia nell’elettorato, perché ad usarla c’è un’altro contendente populista importante, la Lega di Salvini. E, forse, anche perché tutto questo si è già visto: il tonno è lo stesso, cambia solo la scatoletta.
Articolo di Federico Gonzato
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