Continua la nostra rubrica dedicata alle interviste. Questa volta è il turno di Matteo Richetti, senatore del Partito Democratico che farà forza comune con Maurizio Martina alle primarie di marzo. È un momento di grande confusione per il PD. Una fase che dura ormai da troppo tempo. Un partito che non riesce a ritrovarsi e che avrebbe il bisogno di definire una volta per tutte un progetto comune. Anche in occasione della presentazione dei candidati alle imminenti primarie non sono mancati i consueti attriti. Marco Minniti ha ritirato la propria candidatura per poi essere letteralmente bersagliato da un Matteo Renzi che di fatto non ha mai pienamente appoggiato l’ex Ministro dell’Interno. Polemiche sono sorte anche in merito a presunte irregolarità nella formalizzazione della candidatura da parte di Giachetti e della Ascani. Polemiche sostenute da Corallo, anch’egli candidato alla segreteria del partito, secondo cui i due candidati non avrebbero raccolto le firme necessarie. Lo stesso Giachetti ha smentito il tutto dopo poche ore. Il valzer delle polemiche continua, dunque, ad essere all’ordine del giorno.
Con Matteo Richetti proviamo a capire meglio la sua idea di Partito Democratico, condivisa insieme a Maurizio Martina. Lo facciamo trattando i temi che occupano l’agenda politica attuale.
Affronteremo il capitolo Renzi anche se, a detta del senatore, suddividere il partito in tifoserie renziane e non è altamente controproducente. Un grande occhio di riguardo sarà dedicato al Sud Italia. Movimento 5 Stelle e Lega hanno ottenuto ottimi risultati nel nostro Mezzogiorno. C’è da capire il motivo. Una della cause potrebbe essere quella esposta dal nostro intervistato: “Il Pd ha tenuto il Mezzogiorno più nei convegni che nel cuore e nella proposta del Partito”.
L’INTERVISTA
È UN PERIODO MOLTO INTENSO PER IL PARTITO DEMOCRATICO. IN UNA FASE INIZIALE LEI SI ERA PROPOSTO COME CANDIDATO SINGOLO ALLA SEGRETERIA DEL PD. QUALI MOTIVAZIONI L’HANNO SPINTA IN UNA FASE SUCCESSIVA AD APPOGGIARE LA LINEA DI MARTINA, PRESENTANDOSI DI FATTO ALLE PRIMARIE DI MARZO IN TANDEM CON L’EX SEGRETARIO?
Per un partito che ha fatto e che fa notizia solo per le sue divisioni e spaccature e in cui, di solito, in 3 hanno 4 posizioni diverse, io e Maurizio abbiamo deciso di unire le forze su un progetto comune. Non ho e non ho mai avuto smanie di protagonismo ma ho la smania di cambiare questo partito (e le sue peggiori logiche) per il bene del nostro Paese che sta vivendo un tempo a dir poco drammatico.
MOLTO SPESSO MATTEO RENZI È STATO CONSIDERATO COME UNA FIGURA TROPPO INGOMBRANTE E NON IN LINEA CON LA STRUTTURA PARTITICA DEL PD. QUAL È IL SUO PENSIERO IN MERITO, CONSIDERANDO CHE È STATO MOLTO VICINO POLITICAMENTE ALL’EX PREMIER?
Quando in un partito si parla troppo di persone è perché c’è poco da dire sulle idee; sono stanco di rispondere a domande sul carattere di Renzi, su quando dovrebbe parlare o su quando dovrebbe tacere. Bisogna lasciarsi alle spalle una stagione fatta di divisioni e tifoserie. Matteo Renzi è una importante personalità del PD, ha ricoperto ruoli importantissimi, ora è chiamato insieme a tutti noi a dare il proprio contributo per restituire al PD credibilità e forza.
STA CONDUCENDO UNA BATTAGLIA, INSIEME AL CANDIDATO ALLA SEGRETERIA MARTINA, CONTRO IL DECRETO SICUREZZA RECENTEMENTE APPROVATO DAL GOVERNO. QUALI SONO I PUNTI DI DEBOLEZZA DEL DECRETO E QUAL È IL SUO PENSIERO IN MERITO AL PIANO DI INTEGRAZIONE CHE ANDREBBE PREDISPOSTO NEL NOSTRO PAESE?
Stiamo conducendo una battaglia che vogliamo condividere con i tanti iscritti e militanti del nostro partito (e non solo) perché riteniamo vergognoso questo decreto e faremo di tutto per cancellarlo. Portare le persone inserite nei percorsi d’accoglienza a cercare soluzioni di fortuna nelle stazioni ferroviarie o negli spazi pubblici delle città significa creare scientificamente sentimenti di insicurezza e inquietudine. È la strategia di questo Governo: alimentare paure alle quali contrapporre soluzioni demagogiche. La via maestra per combattere la diffidenza rimane l’integrazione e il comune rispetto delle regole. Dobbiamo consentire a chi vuole rimanere nel nostro Paese di integrarsi rispettando le regole del lavoro e della convivenza civile. È necessario abolire la Bossi-Fini e riscrivere una normativa sulla cittadinanza che riconosca diritti a chi vuole contribuire a rendere ricco e plurale il nostro Paese.
IL GOVERNO ATTUALE STA AVENDO NON POCHE DIFFICOLTA’ A DETERMINARE UNA MANOVRA FINANZIARIA CHE POSSA SODDISFARE LA REALIZZAZIONE DI CIO’ CHE È STATO SOSTENUTO IN CAMPAGNA ELETTORALE. LEI, INSIEME A MARTINA, STA FACENDO UNA STRENUA OPPOSIZIONE. COME VALUTA L’ATTUALE PROPOSTA DI LEGGE DI BILANCIO?
L’attuale legge di Bilancio si commenta da sola; l’ha scritta Bruxelles, non contiene nulla delle promesse elettorali di Lega e M5S e si riassume tutta in una parola: Blocco. Blocco delle assunzioni e del turn over, blocco delle infrastrutture e blocco degli investimenti. Ciò che non pagheremo con la scampata infrazione europea, lo abbiamo pagato in queste settimane assurde di dichiarazioni dissennate di membri di Governo, fibrillazioni finanziarie e aumento degli interessi sul debito pubblico che toglieranno risorse da destinare a famiglie e imprese. Proprio mentre il Paese era sulla via della ripresa.
DA COSA PARTE LA RINASCITA DEL PD? COME PENSA DI CONTRIBUIRE ALLA RIFONDAZIONE DI UN PARTITO CHE NON È PIU’ UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER DIVERSI ELETTORI DI CENTROSINISTRA ANCHE IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE?
Un partito torna ad essere un riferimento quando riesce a rimettersi in connessione con il Paese che vuole rappresentare. Dobbiamo smetterla di dire noi agli italiani di cosa hanno bisogno ma piuttosto metterci in ascolto delle loro istanze, delle loro paure, delle loro inquietudini. Il Paese continua ad esprimere un bisogno di giustizia sociale e di opportunità diffuse che nessuno riesce ad interpretare. Per fare ciò serve credibilità ed una grande operazione di “verità” che non inganni gli italiani. Non si superano in 5 mesi problemi incancreniti da decenni e soprattutto non può farlo la politica da sola; serve una chiamata a raccolta della società, della scuola, del mondo del lavoro, del sistema associativo. Insomma, bisogna unire chi ritiene ancora oggi che la politica possa essere la soluzione, non il problema.
IL M5S HA OTTENUTO PERCENTUALI BULGARE AL SUD. LA LEGA STESSA È IN CRESCITA. CREDE CHE CIO’ SIA DOVUTO ALL’INCAPACITA’ DEL PD DI COGLIERE LE ISTANZE DEI CITTADINI DI QUEST’AREA GEOGRAFICA? IL SUD ITALIA DA COSA DEVE RIPARTIRE?
Il PD ha tenuto il Mezzogiorno più nei convegni che nel cuore e nella proposta del partito. C’è una drammatica crisi di classe dirigente e logiche clientelari che soffocano anche i più convinti entusiasmi ma nel Sud Italia c’è un vero e proprio giacimento: di energia, talento e creatività. Bisogna liberare il PD dalla zavorra che lo costringe a volare troppo basso e consentire alle presenze più virtuose del territorio di emergere.
Ringraziamo Matteo Richetti per la sua disponibilità. La rubrica “Schegge intervista” continuerà a farvi compagnia nelle prossime settimane.
Articolo a cura di Piero Battaglia.