Ne sentivamo proprio il bisogno, e per fortuna è ritornato in splendida forma. Oggi, guardando la prima pagina del Corriere della Sera, abbiamo ritrovato lui, Massimo Gramellini, il moralizzatore redivivo. Vi ricordate quando circa una settimana uscì quel suo corsivo particolarmente corrosivo dal titolo “Cappuccetto rosso”?.
Bene, in quell’occasione si era generata la bufera, tanto che qualcuno aveva parlato di un Gramellini populista. La frase incriminata era quella dell’incipit:
“Ha ragione chi pensa, dice o scrive che la giovane cooperante milanese rapita in Kenya da una banda di somali avrebbe potuto soddisfare le sue smanie d’altruismo in qualche mensa nostrana della Caritas, invece di andare a rischiare la pelle in un villaggio sperduto nel cuore della foresta”.
Da come si evince dalla frase dell’editorialista, la colpa è evidentemente della ragazza, la ormai nota Silvia Romano. Una sprovveduta, che nel fiore degli anni si è lasciata andare a questa pratica ormai desueta quale quella della cooperazione e dell’aiuto caritatevole. Non sia mai dunque che i giovani abbiano dei sogni. Più avanti nell’editoriale, Gramellini subisce evidentemente un trauma cranico, e cambia improvvisamente idea: “Non riesco a comprendere che tanta gente possa essersi così indurita da aver dimenticato i propri vent’anni”. Evidentemente, Gramellini parlava di sé stesso, di colui che poche righe prima aveva vergato contro la sconsideratezza della ragazza: la “sprovveduta”, per l’appunto.
Prima di quell’editoriale galeotto, c’eravamo abituati al Gramellini censore dei buoni costumi e delle buone maniere. Oggi, come detto, ritorna in grande spolvero sul quotidiano di Via Solferino con un pezzo altamente urticante contro l’ultima trovata del Ministro Salvini. “Invece di promuoverla con le facce, e magari con le idee, di chi la pensa come lui, Salvini ha deciso di esporre al pubblico ludibrio il volto di chi lo critica”. Gramellini si scaglia contro l’odio alla base della propaganda Salviniana.
Effettivamente, nelle grafiche di “Lui/Lei non ci sarà” – ideate per la manifestazione indetta per l’8 dicembre – di personaggi noti per le loro posizioni anti-Salvini ce ne sono parecchi: Monti, Renzi, Saviano, Boldrini e tanti altri fieri oppositori del Ministro dell’Interno.
C’è una cosa buffa però da notare: tra tutti questi volti non c’è il suo, quello del fiero oppositore Gramellini. Quindi, delle due l’una: o Gramellini è diventato veramente populista e dopo l’uscita su Silvia Romano è entrato nelle grazie governative; oppure, molto più semplicemente, su Gramellini pesa un altro fattore, che lo rende particolarmente innocuo a Salvini: il cerchiobottismo. A voi l’ardua sentenza.
Articolo di Federico Gonzato