Dopo il derby di Milano, con la vittoria quasi in extremis dell’Inter col goal di Icardi al 92′, ritorna la decima giornata della Serie A TIM, tra le probabili formazioni e alcune curiosità.
Empoli-Juventus
Una sfida sulla carta facile per la capolista Juventus: il pareggio di Torino contro il Genoa ha arrestato la lunga striscia di vittorie (8 di fila) dei bianconeri, carichi, tuttavia, dalla grande vittoria di misura all’Old Trafford contro il Manchester United di Mourinho. Il tecnico Allegri dovrà rinunciare a tre importanti giocatori della rosa, Sami Khedira, Mario Mandzukic ed Emre Can. Torna a disposizione Spinazzola, dopo l’infortunio dello scorso maggio con la maglia dell’Atalanta, mentre in attacco Allegri potrebbe schierare Cuadrado, Dybala e Ronaldo in un possibile 4-3-3.
L’Empoli, che dopo la sosta di settembre ha raccolto solo due punti in 6 partite, dovrebbe schierare tra i titolari Miha Zajc: lo sloveno classe ’94 è il giocatore che ha effettuato più conclusioni in questo campionato, ben 30 e da quando è approdato ad Empoli, nel 2017 dall’Olimpia Lubiana, ha realizzato 10 goal nelle 54 partite disputate. L’allenatore Andreazzoli potrebbe affidarsi alla coppia d’attacco La Gumina-Caputo, con Zajc centravanti, affidandosi al modulo 4-3-1-2.
Curiosità storica:
L’Empoli è uno dei pochi club approdato in Serie A nella storia, tra quelli non capoluogo di provincia: accanto alla squadra toscana, tre provengono dall’Emilia Romagna: Sassuolo, Carpi, Cesena; tre dalla Lombardia: Lecco, Legnano, Pro Patria; due dal Piemonte: Casale (campione d’Italia nella stagione 1913-1914) e Novese (Campione nel 1921-22). Se si considera, inoltre, un’altra squadra piemontese, la Pro Vercelli (che vanta ben 7 scudetti), fino al 1927 la città di questa società sportiva apparteneva alla provincia di Novara.
L’ultima vittoria in casa dell’Empoli contro la Juventus risale al campionato 1998/99: quell’anno i toscani chiusero la stagione all’ultimo posto ma nella squadra spiccavano nomi che, nel corso degli anni 2000, divennero noti nel campionato italiano. Marcelo Zalayeta, uruguayano e futuro attaccante della Juventus, in prestito all’Empoli proprio dalla società bianconera; Marco Marchionni, che giocherà per Parma, Juventus e Fiorentina; un giovane Vincenzo Grella, l’italo-australiano che giocherà anche per Parma e Torino e conterà 48 presenze con la nazionale australiana dei Socceroos; Ibrahiman Scandroglio, noto in futuro non per la sua militanza in Serie A ma per la sua partecipazione con la maglia del Cervia nel reality show Campioni, il sogno con Ciccio Graziani in panchina; i futuri laziali, Matteo Sereni (portiere) e Simone Del Nero, attualmente in forza alla Massese, in Serie D.
Milan-Sampdoria
Obbligo di vittoria per il Milan: una panchina, quella di Gattuso, che scricchiola; una squadra, quella rossonera, che nelle ultime due partite, contro Inter e Betis di Siviglia, non ha mostrato la stessa forza dimostrata nelle partite precedenti, una tra tutte la vittoria per 4 a 1 sul campo del Sassuolo. Gattuso potrebbe finalmente affidarsi in attacco al duo Higuain-Cutrone, provando un tradizionale 4-4-2 con Biglia e Kessiè centrali e Bonaventura e Suso ali. In difesa, invece, i soliti Romagnoli e Musacchio in mezzo, con Abate e Rodriguez terzini. Una delle poche note positive di questo Milan di inizio stagione, sono i record fin qui dei gol da fuori area: in tutto 5, nelle 9 partite disputate.
La Sampdoria punterà, molto probabilmente, al solito veterano Quagliarella davanti, accanto a Defrel, in un 4-3-1-2 con Ramirez centravanti; Barreto, Ekdal e Praet a centrocampo e in difesa Bereszynski e Murru terzini e Tonelli e Andersen centrali.
L’indimenticabile precedente del passato:
La partita probabilmente più epica (per il Milan) di questa sfida a San Siro? Il 2 maggio 1999. Il Milan, futuro campione d’Italia, vince in extremis per 3 a 2 con un goal di Maurizio Ganz su deviazione. Tre punti pesanti in volata scudetto, nel testa a testa che vedeva i rossoneri correre verso la conquista dello Scudetto accanto alla Lazio: fu uno scudetto sofferto, pieno di colpi di scena che, proprio per questo, è il più bello di sempre per il popolo rossonero.
Lazio-Inter
Una partita dal sapore speciale: un gemellaggio tra le due tifoserie che ha portato, però, a veri e propri incubi. Prima il 5 maggio 2002, quando l’Inter perse lo Scudetto all’ultima giornata, perdendo 4 a 2, con una Lazio a cui non servivano punti; poi lo scorso 20 maggio, sempre all’ultima giornata, che ha permesso all’Inter di prendersi una sorta di rivincita, nella super rimonta dal 2 a 1 al 2 a 3, e qualificarsi come quarta classificata alla Champions League 2018/19.
Spalletti, dopo la sconfitta infrasettimanale contro il Barcellona al Camp Nou, lunedì sera si affiderà, molto probabilmente, alla difesa a 4 composta dai terzini Vrsaljko e Dalbert con Skriniar e De Vrij centrali; Gagliardini e Brozovic davanti alla difesa, con Politano, Martinez e Perisic alle spalle dell’unica punta, Icardi. Handanovic sarà chiamato a difendere i pali.
Simone Inzaghi, invece, potrebbe affidarsi al centrocampo a 5, con Marusic e Lulic sulle fascie, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Parolo al centro; difesa a 3, con Luiz Felipe e Radu esterni e Acerbi centrale; Correa centravanti dietro all’unica punta, Immobile. Per finire, Strakosha in porta.
Omaggio ad Handanovic
Handanovic è uno dei migliori portieri della Serie A: eppure, quando approdò in Italia, non fu facile per lui ritagliarsi subito il proprio spazio. Arrivato all’Udinese, fu girato in prestito al Treviso, nella stagione 2005-06. La squadra veneta, per la prima volta in Serie A, chiuse all’ultimo posto a fine campionato e il giovane Handanovic giocò le prime tre partite: all’esordio a San Siro proprio contro l’Inter, il Treviso perse 3 a 0; alla seconda di campionato, contro il Livorno, una mezza papera del portiere sloveno, dopo un suo passaggio sbagliato, costò ai trevigiani la sconfitta per 1 a 0; mentre alla terza, rimediando verso lo scadere del match un’espulsione, perse definitivamente il posto da titolare. Sarà tuttavia col Rimini prima, in Serie B, nella stagione 2006-07 e con l’Udinese poi, nella stagione successiva, a potersi riscattare dimostrando la sua straordinaria abilità e reattività tra i pali.
Ripercorriamo assieme le migliori parate di Handanovic.
Articolo di Nicola Pisetta