Questa volta non recensirò nessun film ma direttamente un cinema. Mettetevi comodi, e se siete curiosi vi dico in privato di che cinema si tratta.
In un caldo pomeriggio di luglio, decido con un compagno di avventure perverse, di volermi godere una pellicola pornografica in una sala per adulti.
Prezzo del biglietto 7 euro, con la possibilità di vedere due lungometraggi (non) d’autore.
La struttura assomiglia ad una vecchia discoteca degli anni ’70, e tristemente mi accorgo fin da subito che non è il tipo di ambiente raffinato e ottocentesco che mi aspettavo.
Ad accoglierci c’è solo il bigliettaio, immerso nei cazzi suoi , che applica la tariffa studenti dopo aver stampato i nostri pass per la sala del peccato.
Entriamo nella sala, completamente buia, nessun riferimento. Ai lati dell’ingresso qualche uomo di mezza età, che mi davano l’idea di essere degli agenti della sicurezza. Mi sbagliavo.
Attivo la torcia del mio smartphone, e la punto attorno a me per trovare qualche posto libero. In realtà nessun posto era occupato perché tutti gli spettatori erano in piedi e passeggiavano nervosamente per la sala.
Io e Simone (nome di fantasia) ci accomodiamo su due comode seggiole, rigorosamente in stoffa per impregnarsi meglio di batteri e di quel nauseante odore presente nella sala.
Il lungometraggio, credo di produzione slava (o meglio sovietica dato che si trattava di un film d’annata), era davvero scadente ma probabilmente era la cosa migliore dentro quel cinema. A pellicola iniziata, un ronzio di uomini comincia a passeggiare attorno a me e Simone, guardando costantemente i nostri pantaloni. Probabilmente quelle anime perverse pensavano che io e l’amico fossimo lì per soddisfare qualche necessità fisica e volevano semplicemente darci una mano.
Dietro di noi, intanto, cominciano a manifestarsi i primi orgasmi dei presenti, che inquietano il mio compagno di avventure che se ne esce con un:
“Ahò, annamocene”
Decido ad un certo punto di alzare nuovamente la torcia per guardarmi intorno e noto nelle vicinanze un bel signore, con una parrucca da donna che mi sorride e mi saluta. Purtroppo non ero pronto per un’esperienza così.
Nel frattempo l’orgasmo alle nostre spalle si fa sempre più insistente e nel raggiungimento della gioia di quello spettatore io e Simone decidiamo di andarcene. Di corsa.
Tempo di resistenza nel cinema per adulti: 7 minuti.
Un’esperienza sicuramente da (non) fare, che mi ha fatto toccare con mano quella società che noi tutti ignoriamo e non conosciamo. Ai tempi di internet, dei siti pornografici, dell’utilizzo del corpo per opera di qualsiasi mezzo mediatico, esistono ancora degli uomini che si riuniscono alle 18.30 di un pomeriggio di luglio per condividere qualche perversione e magari per introdurre qualcuno a questo mondo così strano e a volte malato.
Comunque quando sono tornato a casa ho messo tutto a lavare per due volte. Perché puzzavo da cinema porno.
Articolo di Matteo Sportelli
Segui Schegge su Facebook e Instagram