Viaggio nei meandri di un concetto eternamente incompreso
Scandali sessuali e un voyeurismo dilagante hanno portato pseudo-esperti a parlare di libertinismo e di libertinaggio, in maniera confusa e scorretta.
La mia breve indagine partirà da un’analisi semantica dei termini, dai primi utilizzi in alcuni passi biblici, fino al ‘700 francese; da una forma esclusivamente anti-ecclesiastica ad una semplice manifestazione di libertà sessuale.
Bisogna, quindi, chiarire che il libertinismo e il libertinaggio sono due aspetti distinti. Il primo è un atteggiamento di repulsione verso le costrizioni dogmatiche e un rifugio culturale per chi è sostenitore della massima libertà morale e religiosa. Infatti, sin dall’inizio fu una categoria sfaccettata e multiforme, chiamata in causa per indicare un vasto spettro di idee, comportamenti e sensibilità spesso restie a rientrare nelle consuete griglie del dissenso religioso. Il secondo, invece, è un atteggiamento e uno stile di vita licenzioso e perverso che ha poco a che fare con la filosofia.
Libertinismo: le origini di un concetto frainteso
Le prime tracce di “libertinismo” le abbiamo negli Atti degli Apostoli dove si parlava di “synanoga libertinorum”, ovvero di un gruppo di liberti avversi al Diacono Stefano; saranno tra i responsabili del primo martirio cristiano.
Nell’Alto Medioevo, un monaco benedettino, Beda il Venerabile trasformerà il libertino in un essere composito, costituito da odio per il cristianesimo, tendenza alla lussuria e inattitudine alle cose dello spirito.
Il dizionario Treccani, nel definire il termine libertinismo, descrive l’evoluzione della parola, che, da un’origine giuridica arriva all’accezione corrente che si limita alla sregolatezza della condotta sessuale.
Generalmente il termine libertino è in genere usato per descrivere un atteggiamento maschile; il Marchese de Sade nelle sue opere, lo renderà applicabile ad entrambi i sessi.
Quando parliamo dell’aspetto anticlericale e profondamente critico verso la morale religiosa, possiamo dire che è difficile parlare oggi di libertinismo e, se consideriamo i libertini dei ferventi antireligiosi, si può affermare che ritroviamo scarse tracce nel mondo contemporaneo.
Libertinismo o libertinaggio: il dilemma insoluto
Quello di cui è possibile parlare oggi è al di fuori della concezione filosofica del libertinismo: infatti è necessario parlare, non di più di libertinismo, ma di libertinaggio, in quanto le persone che vogliono usufruire della propria libertà sessuale non hanno necessità di ricorrere a una particolare visione filosofica per giustificarsi e per non rischiare essere etichettati come miscredenti.
Uno dei privilegiati luoghi di manifestazione del libertinismo è sicuramente quello della letteratura ed è proprio lì che è possibile rintracciare le caratteristiche del libertino e individuare, quindi, le differenze con coloro che oggi sono connotati in tal modo.
La figura del libertino infatti oggi non corrisponde più a quella frequentemente presente nella letteratura del ‘700 e dell’800; non è più l’uomo proveniente da un ambiente ricco e mondano che sa sedurre attraverso la raffinatezza e l’intelletto ma piuttosto
“è un single dedito all’amore libero, un dandy che ama corteggiare e sogna qualcosa di simile a un clan dalla struttura complessa, nel quale vadano intersecandosi e sovrapponendosi più figure femminili, che si abbiano tra loro in simpatia e operino in funzione dell’armonia comune.”
Marisa Ferrarini, Libertinismo, Editrice Bibliografica, 1995.
Il libertino del ‘700, infatti, vuole distruggere ogni tabù, cioè vuole liberare il desiderio da ogni forma di costrizione, elaborando una nuova forma di legge. Questa nuova legge è quella del godimento ed è iscritta nella Natura. Il vero crimine non è, infatti, quello del libertino, ma quello della morale che osa imporre dei limiti al godimento e quindi quello dell’uomo falsamente morale che non rispetta le leggi della Natura.
Viene invertito, quindi, il punto di vista morale della distinzione tra Bene e Male, tra Virtù e Vizio.
Il vero libertino rigetta la maschera dell’ipocrisia e libera l’animo umano dalle barriere morali: storie di violenza, perversioni sessuali, torture e prostituzione.
Tutto ciò che non si può fare i libertini lo compiono, mostrandoci che il Vizio è più giustificabile e comune della Virtù.
E’ impossibile, quindi, individuare uno spirito libertino solo attraverso l’aspetto fisico, la provenienza sociale o il censo: c’è chi lascia trionfare la parte virtuosa (come la Justine di Sade) e chi, gettando ogni maschera, si lascia andare ai furori dionisiaci (come Juliette di Sade).
Il libertinismo che in realtà non è
Il libertino si è ridotto ad essere considerato in maniera estremamente semplicistica il donnaiolo, l’immorale o il perverso.
Si sono persi quindi i riferimenti culturali che caratterizzavano i protagonisti dei romanzi di Sade; il libertino era il combinato disposto di anticlericalismo, sessualità e raffinatezza.
Nessuno dei protagonisti degli scandali sessuali di oggi infatti, sarebbe stato utilizzato da Sade come protagonista di una sua storia; nessuno avrebbe il fisique du rôle per spiegare come nello spirito umano, il dionisiaco possa prendere il sopravvento sull’apollineo.
Oggi parliamo di sesso a pagamento, di tradimenti amorosi, di favori in cambio di sesso, di ricatti. Non parliamo di conflitti dell’animo umano, non parliamo di azioni giustificabili con la filosofia e con la repulsione verso la religione.
Mutano anche i luoghi di azione del libertino. Se prima si trattava spesso di castelli e residenze lussuose, al giorno d’oggi l’unico requisito è quello della presenza di un letto o di un sopporto sul quale trasformare in realtà le sue recondite fantasie.
Vediamo azioni sessuali fugaci, senza coinvolgimento mentale; consumate nelle automobili, nei bagni di un Autogrill.
Il romanzo libertino rispettava dei canoni; non esisteva libertinismo senza ricchezza, senza cultura, senza potere.
Nella nostra epoca a causa della perdita dei riferimenti storici, potenzialmente, persino il ninfomane o l’amante del sadomaso possono essere considerati libertini.
Il libertinismo è stato quindi tutt’altro che un fenomeno culturale per poche perverse e malate menti. Bensì, è stato uno dei primi esempi di liberazione sessuale, di disobbedienza verso i dogmi e di esaltazione dello spirito dionisiaco per molti secoli represso.
Di libertino nei protagonisti delle avventure sessuali di oggi c’è ben poco.
Storpiando Nietzsche, purtroppo, il libertinismo è morto e noi l’abbiamo ucciso.
Articolo di Matteo Sportelli