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17 Aprile 2018 / Politica

“Senti chi parla” – Un tempo qui era tutta saliva, 16/04/2018

Detti e contraddetti della politica

In questi giorni, abbiamo assistito impotenti all’attacco alla Siria da parte dei missili di Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia. Il dibattito pubblico si è diviso. Da una parte, coloro che hanno giustificato l’attacco delle tre potenze per l’uso (ancora tuttavia contestato) delle armi chimiche da parte del governo di Damasco. Dall’altra, coloro che invece hanno contestato fortemente la scelta di attaccare una Siria ormai devastata da 7 anni di guerra. Un conflitto che ha mietuto migliaia di vittime, il più delle volte nel totale disinteresse dell’Occidente.

In queste ore, abbiamo osservato all’esplosione sul Web di una valanga di esperti di geopolitica. Puntualmente, come in ogni occasione che si rispetti, c’è la gara a chi ne sa più dell’altro. Tuttavia, in molti casi, in mezzo agli esperti (quelli veri), accade che a confrontarsi ci siano i soliti cazzari. E dunque, agilmente ci defiliamo da questo pastrocchio, ammettendo un po’ di ignoranza. Quindi, quello che proveremo a fare qui è quello che ci riesce meglio: spulciare tra le dichiarazione.

Nella puntata di oggi, vi avviso, faremo un bel bagno. Di cosa, lo capirete più avanti. Prima di tutto, infatti, dobbiamo riportare la memoria ad un anno fa. Nel maggio 2017, in Francia, vinceva il secondo turno delle presidenziali Emmanuel Macron. Lo stesso che pochi giorni fa ha deciso di unirsi a Donald Trump e Theresa May nell’attacco lampo alla Siria.

“Je suis Macron”: la babele di lingue all’arrivo di Macron

Ebbene, un anno fa, ce lo ricordiamo, lo scontro che vide opporsi il poi Presidente Macron alla sfidante Marine Le Pen si svolse un clima caldissimo. “Il liberale Macron”, “l’unica speranza per l’Europa”, “il baluardo contro i populismi incarnati da Trump e Le Pen”. Così, veniva osannato dai più il futuro capo dell’Eliseo. Molti dei nostri politici, immancabilmente, si unirono ai salamelecchi e alle slinguazzate nell’omaggiare il “nuovo Napoleone”.

E così, l’oggi ormai ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi gioiva in occasione della vittoria dell’amico francese.

E quindi avanti, anzi #incammino, come il nome del movimento che Renzi creò all’interno del PD sull’onda della generale infatuazione per il giovane neo-Presidente transalpino. Per l’occasione, voci indiscrete dicono che l’ex Premier abbia utilizzato il traduttore francese-italiano di Google per scegliere il nome del suo movimento. Tutto molto semplice: “En Marche” = “In Cammino“. Avete presente le tribute band che omaggiano i grandi cantanti e gruppi musicali? Ecco, probabilmente Renzi aveva in progetto la cover di Macron.

Un tripudio quindi, tanto che ancora ci sembra di sentire la “fanfara” dei macronisti dell’ultima ora impegnati ad elogiare l’Emmanuel. Tra questi, anche l’attuale Premier dimissionario Paolo Gentiloni, il quale annunciava trionfale su Twitter: “Evviva #Macron Presidente Una speranza si aggira per l’Europa”.

Eugenio Scalfari, cattivissimo e pungente come sempre, sosteneva che l’arrivo di Macron avrebbe portato “ripercussioni positive per Paesi come l’Italia perché, a parte l’europeismo sperabilmente sincero e intenso di Macron, la Francia chiede e anzi finirà con l’imporre la politica di crescita economica”.

E non finisce qui. Anche Angelino Alfano, che ormai abbiamo purtroppo perso dai radar della politica, era incontenibile nei complimenti: “Emmanuel #Macron ha vinto. Brinda la Francia e chi crede nell’Europa, nel libero mercato, nella solidarietà. Lo aspettiamo a Taormina al #G7″.

L’indignazione generale dei “macronisti de noantri”

Finiti però brindisi e banchetti per la vittoria elettorale del giovane statista di Amiens, la situazione è andata progressivamente cambiando. Il liberale, l’europeista, il salvatore Macron incomincia il suo mandato e diciamo che disattende un pò delle aspettative delle anime belle della nostra politica.

Ve lo ricordate il caso dei cantieri Saint-Nazaire sui quali, nel maggio dello scorso anno, Macron tentò di esercitare il diritto di prelazione al fine di nazionalizzarli e lasciare le briciole all’azienda italiana Fincantieri? Bene, in quel caso, apriti cielo. “Rammarico”, “Dispiacere”, un profluvio di indignazione dunque da parte di chi, come il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, aveva accolto a braccia aperte il nuovo Presidente francese.

Dal canto suo, Macron spiegò molto semplicemente la sua scelta tramite il suo ministro dell’Economia Bruno Le Maire: “Il nostro obiettivo è difendere gli interessi strategici della Francia”. E tutti i nostri connazionali ancora a stupirsi e a flagellarsi. Non si è mai visto infatti un Presidente francese che abbia fatto gli interessi strategici del suo Paese.

Negli ultimi mesi Macron sta assentando una raffica tremenda di colpi bassi ai suoi vecchi fan italiani. Non per ultima, la posizione intransigente rispetto a quanto accaduto a Bardonecchia, dove si è rasentato il caso diplomatico tra Francia e Italia per l’incursione nei locali di una ONG in territorio italiano da parte della gendarmeria transalpina.

Sdegno a quel punto da parte di tutta la politica che – fatta eccezione per i Salvini&Co che erano contrari a Macron già all’origine – scende dal carro del Presidente francese e alza i toni. Enrico Letta sosteneva: “Irruzione polizia francese #Bardonecchia ennesimo errore su questione #migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!”. Silenzio tombale da parte dell’ex Macron italiano Matteo Renzi. Evidentemente, soffre di secchezza delle fauci.

Nessuno dei macronisti parla infine dell’attacco degli ultimi giorni in Siria, salvo Paolo Gentiloni che cerca di smarcarsi sia dalla posizione che giustifica l’attacco sia a quella che lo condanna. Per il resto è buio pesto.

Le piroette del giocoliere Salvini

Con il nuovo attacco alla Siria, oltre al definitivo eclissarsi delle leccate ad Emmanuel Macron, si è vista la giravolta anche di Matteo Salvini. Un anno fa, l’uomo felpato era un agguerrito sostenitore di Trump, con il quale si faceva selfie che lo stesso Trump tempestivamente provvedeva a smentire.

Il post su Facebook di Matteo Salvini a sostegno di Trump

La smentita dello stesso Trump all’incontro con Salvini

Oggi, con abile mossa circense, Salvini condanna l’azione dell’amico Trump vestendo i panni del pacifista. Ed è tutto un sali e scendi. Un sali e scendi sia a sinistra che a destra, in maniera bipartisan. Ovviamente, dal carro del vincitore. Come diceva il poeta, “il naufragar m’è dolce in questo mare” (di saliva).

Articolo di Federico Gonzato

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Riguardo Federico Gonzato

23 anni, veronese (fieramente) di campagna, una laurea in Scienze Politiche in quel di Padova. Alle medie ero una schiappa a scrivere, poi mi hanno menato (grammaticalmente) ed eccomi qua. Ho iniziato a dedicarmi al giornalismo 4 anni fa e sono passato per diverse testate online. Attualmente collaboro con Termometro Politico e Schegge, di cui sono diventato caporedattore nel settembre 2018. Faccio meme, amo la Pallavolo, non disdegno il Calcio, ovvero Sergio Pellissier. Produttore di meme per passione.

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